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Suocere e nuore: il decalogo (“narrazioni”2)

Da Virginia Less

suocnuoreAvevo in mente di compilare le “narrazioni” riunendo  brani significativi dei tanti commenti al decalogo. Tuttavia uno degli ultimi  mi sembra anche da solo un  esempio eloquente di rapporti mal impostati e peggio condotti. Rispondo sempre negli spazi a ciò destinati, ma questa volta lo faccio qui, sperando che la maggiore visibilità abbia qualche effetto sulle tante suocere e nuore in  conflitto. Scrive Sabyl:

“mia suocera ha le chiavi di casa, dopo più di un anno di insistenza è riuscita a convincere mio marito a fare dei lavori nella nostra casa, togliere un muro di cui io non sentivo il bisogno di disfarmene, senza dirmi nulla si sono organizzati e lei ha fatto fare i lavori che voleva.”

Pessimo! Non solo per le chiavi, “vietatissime” dal decalogo, quanto per la posizione  del marito che, evidentemente succube della mamma,  consente ai lavori murari che lei (non sua moglie, addirittura ignara di tutto) ha deciso di fare. Ripeto la solita domanda: non si era accorta, Sabyl, dell’autoritarismo della suocera e della debolezza del marito? In verità molte donne ben lo sanno, ma vogliono  illudersi: “Le cose cambieranno quando saremo sposati” Non accade mai!

“Questa è solo l’ultima. Da dove iniziare ??? abbiamo un concetto di igiene diverso, per le mia mania di pulizie sono stata spesso presa di mira da battutine nel suo salotto con sua figlia o a casa dei loro parenti “cosi vivi male”;

Qui ho idea che sia la nuora a esagerare, La “mania” delle pulizie non è una virtù. Può divenire patologica (rupofobia ) e caratterizza le persone che vorrebbero tenere tutto sotto controllo. Ecco un sito che se occupa(http://salute-benessere.excite.it/mania-delle-pulizie-psicologia.html ); sono ovviamente maleducate le battute dei parenti sull’argomento.

“ho optato per il nido non appena deciso di rientrare in ufficio, sono stata bombardata da telefonate da chiunque per ricordarmi che “lei è disponibile” a stare in casa nostra dal lunedi al venerdi per tenere il bambino; per il primo natale del mio bimbo ho fatto in modo di invitare tutti i nonni a casa da noi per averli insieme (parenti di lui a 40km i miei a 250km) e poter fare per la prima volta la brava padrona di casa senza i problemi della gravidanza … risultato una mega litigata con tutti perchè mia suocera e mia cognata hanno portato cena di vigilia e pranzo di natale fatto da loro da casa loro contro il mio volere, umiliatissima da tutti, “tradizione di famiglia”.”

Sabyl ha fatto bene a optare per il nido, visto che per fortuna lavora; mentre senza dubbio sbagliano  le suocere che “pretendono” l’affidamento del nipote. Del piccolo sono responsabili i genitori e le loro scelte non vanno criticate.  Del tutto fuor di luogo, è chiaro, l’ingerenza prepotente di suocera e cognata nella gestione della cena natalizia.

“Quando è nato mio figlio, ho rotto le acque in anticipo, ho chiesto a mio marito di comprare un fiocco in farmacia, 11euro, sottolineando “prendilo per me poi ti ridò i soldi”, la sua risposta “si si ho chiesto a mia madre, ci pensa lei”. Uscita dall’ospedale, ho dovuto trascorrere la prima notte a casa di mia suocera, perchè “orami è quasi buio, stiamo da mia madre”, l’indomani a casa nostra ho chiesto emozionata notizie del fiocco, mia suocera ha tirato fuori dalla borsa un nastro di quelli che se tiri un filo si trasforma in ghirlanda da pacco regalo, dicendomi che quello che avevo chiesto io era troppo caro…”

Nell’episodio  la figura del marito appare  davvero “strana” (la moglie  dovrà rimborsarlo del fiocco?!); lui subito si rivolge alla mamma, la quale dà inutile (pagava la nuora!) prova di taccagneria, eccetera. Il fulcro di questo quadro desolante torna a essere  lui, papà del bimbo, cui  Sabyl non sembra attribuire alcuna autonomia. Lo mostra del tutto soggetto alla madre  invadente e neppure allude alla possibilità che stia dalla sua parte. Insomma anche  il   rapporto di coppia si mostra compromesso.

“…e tanto tanto altro ancora cosi ridicolo, come lei e mio marito,”  dice infatti  ” che non so se vale la pena continuare a starci male. Una cosa è sicura, finché ho uno stipendio, mio figlio uscirà di casa con me e rientrerà la sera con me, preferisco essere cattiva piuttosto che passare da incapace e lasciare la mia creatura ad una becera vecchia zozza !”

Magari la suocera non è così “zozza” e se potesse rispondere darebbe della fissata a sua nuora. La quale ha fatto una questione di principio della gestione in proprio del figlio e, immagino, lo tiene lontano il più possibile dai parenti. Ovviamente non occorre  che lo “lasci”, ci mancherebbe,  ma il piccolo dovrà pure aver rapporti con tutta la famiglia, per quanto imperfetta, e non in mezzo a  inimicizie e tensioni. Facile a dirsi, in situazioni del genere.


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