E' partito tutto così, con questa frase-sfogo pubblicata sul web, all'indomani dell'incendio doloso del Museo dello Strumento Musicale di Reggio Calabria.Poppy Lanucara, reggino che da anni è agitatore culturale a Roma, ha lanciato l'idea di una mobilitazione collettiva che ieri pomeriggio ha portato oltre seimila manifestanti indignati e festosi lungo le vie del centro cittadino.E' stato un momento importante per la collettività, un lungo corteo che ha spezzato la monotonia del sabato in centro, l'apatia di una città serva dei potenti e da sempre succube e spesso connivente con le ndrine, è vero forse minoranza ma parafrasando Nanni Moretti "mi troverò d'accordo sempre con una piccola minoranza!" anche in una società migliore di questa.In questa minoranza nella quale dapprima mi sono immerso solo per non sentirmi più solo ho ritrovato le persone che ogni giorno cercano di ridare dignità a questa città, volti di amici, compagni che mi fanno ripensare a quelli che sono andati via e ai quali non siamo riusciti da dare una chance per costruire insieme qualcosa che vale, qualcosa di significativo.La gente si è mossa e lo ha fatto senza partiti, senza i sindacati, senza i politici di professione, forse si è mossa perchè loro non c'erano con la loro solidarietà di maniera, fatta di comunicati stampa copia-incolla e di promesse vane.Le famiglie, i ragazzi, le persone perbene si sono mosse nei giorni precedenti, ripulendo dalla cenere gli strumenti salvatisi dall'incendio, "i rivoluzionari del fare" li ha chiamati ottimamente il giornalista Giuseppe Baldessarro.Dei "rivoluzionari della parola", di quelli che ti avvicinano promettendo favori in cambio di voti, non sappiamo che farcene!Reggio ha vissuto un pomeriggio indimenticabile, mentre la città era tappezzata di manifesti in ricordo di Ciccio Franco, stavolta per allontanare le paure del passato e quelle del presente non ha avuto bisogno dei metalmeccanici del nord come avvenne nell'ottobre 1972, stavolta si è messa in cammino da sola al ritmo di una musica che nessuno potrà spegnere.
E' partito tutto così, con questa frase-sfogo pubblicata sul web, all'indomani dell'incendio doloso del Museo dello Strumento Musicale di Reggio Calabria.Poppy Lanucara, reggino che da anni è agitatore culturale a Roma, ha lanciato l'idea di una mobilitazione collettiva che ieri pomeriggio ha portato oltre seimila manifestanti indignati e festosi lungo le vie del centro cittadino.E' stato un momento importante per la collettività, un lungo corteo che ha spezzato la monotonia del sabato in centro, l'apatia di una città serva dei potenti e da sempre succube e spesso connivente con le ndrine, è vero forse minoranza ma parafrasando Nanni Moretti "mi troverò d'accordo sempre con una piccola minoranza!" anche in una società migliore di questa.In questa minoranza nella quale dapprima mi sono immerso solo per non sentirmi più solo ho ritrovato le persone che ogni giorno cercano di ridare dignità a questa città, volti di amici, compagni che mi fanno ripensare a quelli che sono andati via e ai quali non siamo riusciti da dare una chance per costruire insieme qualcosa che vale, qualcosa di significativo.La gente si è mossa e lo ha fatto senza partiti, senza i sindacati, senza i politici di professione, forse si è mossa perchè loro non c'erano con la loro solidarietà di maniera, fatta di comunicati stampa copia-incolla e di promesse vane.Le famiglie, i ragazzi, le persone perbene si sono mosse nei giorni precedenti, ripulendo dalla cenere gli strumenti salvatisi dall'incendio, "i rivoluzionari del fare" li ha chiamati ottimamente il giornalista Giuseppe Baldessarro.Dei "rivoluzionari della parola", di quelli che ti avvicinano promettendo favori in cambio di voti, non sappiamo che farcene!Reggio ha vissuto un pomeriggio indimenticabile, mentre la città era tappezzata di manifesti in ricordo di Ciccio Franco, stavolta per allontanare le paure del passato e quelle del presente non ha avuto bisogno dei metalmeccanici del nord come avvenne nell'ottobre 1972, stavolta si è messa in cammino da sola al ritmo di una musica che nessuno potrà spegnere.
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