Chick-lit: espressione che si riferisce a un genere letterario, codificato in maniera sostanziale dalla fine degli anni Novanta, e caratterizzato da molto umorismo e una congrua dose di post-femminismo. Donne giovani, spesso realizzatesi molto più nel lavoro che nella vita privata, alle prese con peripezie da romanzo d’appendice del ventesimo secolo.
Helen Fielding, Candace Bushnell, Sophie Kinsella i nomi-guida, le autrici che hanno battuto un sentiero che sarebbe stato poi percorso da decine di altre scrittrici, anche nel nostro Paese.
Ed è su questa linea che Marvel, la “casa base” dei più grandi supereroi americani, ha deciso di buttarsi nella mischia, unendo poteri eccezionali e chick-lit.
Come? Trasformando, è proprio il caso di dirlo, She-Hulk, la cugina dell’Incredibile Hulk, e Rogue, la bella mutante degli X-Men, in giovani donne in carriera protagoniste di romanzi “per donne”, per la prima volta. Donne normali, quindi, almeno di giorno, e ancora, di nuovo, eroine quando cala il buio.
The She-Hulk Diaries e Rogue Touch, rispettivamente di Marta Acosta e Christine Woodward, entrambi previsti in uscita il 18 giugno di quest’anno, saranno il prodotto di quest’operazione di Marvel.
Operazione rischiosa? Non crediamo. In fondo la dicotomia tra bene e male, e quella fra normalità e anormalità sono statutariamente insite nei destini e nelle narrazioni dei supereroi. Dualismi che arrivano dal romanzo borghese/popolare e che, attraverso mille rivoli carsici spuntano fuori di nuovo in zona chick-lit, e nel complesso della narrativa di genere.
E rieccoci al punto di partenza.
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