Speciale: Superman: speciale 75° anniversario
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E’ un uccello? E’ un aereo? No, è …
… cosa è quel lampo biancazzurro nel cielo? Superman? Ma a chi lo raccontate? Io lo conosco, ha il mantello rosso! Ha il … ?
L’idea, all’epoca, fu quella di dare una scossa al mercato, toccando “il” fumetto per eccellenza. Successivamente erano stati utilizzati i famosi “quattro Superman”, per rimpiazzare il più famoso e unico nell’attesa del gran ritorno (dalla tomba?) che puntualmente è avvenuto. Il presentare quattro rimpiazzi (Superboy, il Cyborg, il “nero” Man of Steel ed Eradicator) era già stato indubbiamente un test notevole per valutare le possibili variazioni che si potevano (sarebbero potute) apportare al “mito” superoistico per eccellenza. Il dividere le allora quattro supertestate fra di loro è stato anche un test di sostenibilità economica, con riscontro immediato nelle vendite. Al ritorno, con una sorta di catartico risveglio e rinascita, Superman si è presentato al pubblico con una folta chioma, cresciutagli durante l’assenza dagli schermi di tutto il mondo, e Clark Kent con un più moderno codino. Era stato così archiviato, in un mare di albi venduti e di novità per le supertestate, il main event, o almeno così si credeva.
Successivamente l’uomo d’acciaio ha addirittura iniziato a manifestare un progressivo aumento dei poteri che si è tramutato in un abnorme aumento della massa: tale problema fu poi risolto facendo assorbirne l’eccesso dal Parassita.Intanto, la vita di Clark Kent subiva una brusca svolta: la rottura con Lois Lane. Dopo anni di fidanzamento la coppia più bella del mondo “aveva rotto”. I prodromi delle nuove direttive che hanno portato Superman a diventare un personaggio totalmente diverso da quello inventato da Jerry Siegel & Joe Schuster si sono poi visti nel Novembre 1996. Il malefico Sun Eater, mangiatore di Soli terrore dell’Universo, era arrivato nei pressi del nostro sistema solare. La notte finale, The Final Night (2) aveva avvolto il mondo intero. Nel giro di tre giorni senza sole la Terra era allo stremo delle forze, alle soglie del congelamento e non è che Superman se la passasse tanto meglio. Ricapitoliamo un attimo per i più distratti: il giovane Kal El (vero nome di Clark Kent alias Superman), figlio di un pianeta lontano (Krypton) che girava attorno ad un sole rosso, giunge sulla nostra madre terra, che gira attorno a un sole giallo e acquisisce super poteri che gli permettono di fare cose che sul suo pianeta di nascita non sarebbe riuscito a fare. La mancanza del sole durante l’Ultima notte fa perdere i poteri a Superman. Grazie al (?!) sacrificio di Hal Jordan (ex Lanterna Verde) la Terra sopravvive al Sun Eater (che ovviamente non mangia il sole) ma, meraviglia delle meraviglie, il Nostro non riacquista l superpoteri.L’essersi trovati a un passo dalla fine e l’essersi ritrovati dopo un periodo di separazione (Lois era in giro nel mondo per realizzare servizi giornalistici) porta Clark Kent e Lois Lane a convolare a nozze in breve. Ma lo sposo non è tranquillo, poiché non ha più modo di difendere la Terra come faceva prima. Clark Kent vive la profonda crisi d’identità di essere solo Clark Kent. La tuta che porta sotto il vestito non ha più ragion d’essere, lo sguardo è cupo e i tentativi di recuperare i poteri sono vani. Finché, finalmente, in Into the Sunset, Superman non si trova nel centro del Sole per poi uscirne trionfante: “My powers ore back!” (cfr. Superman. The Man of Steel #64 “lnto the Sunset”). Sembrerebbe l’epilogo di una storia, ma l’occhio attento fa notare che in realtà è solo l’inizio di un’altra. Ma come si passa da piccole manifestazioni particolari di nuove e interessanti capacità a cambiamenti così repentini?
Accade che Superman, acquistati di nuovo i poteri persi durante The Final Night, riprende tranquillamente a svolazzare nei cieli di Metropolis; in breve tempo, piccole incontrollabili disavventure e nuove capacità diventano a dir poco incontrollabili. Piccolo indizio immediato viene fornito in Superman #120, appena tre numeri dopo (3), quando il professor Emil Hamilton rileva nel Nostro una sorgente elettrica “estrema”. In soli tre/quattro numeri Superman perde tangibilità e non riesce, se non in seguito a sforzi immani di concentrazione, a vedere ciò che normalmente è nel nostro spettro visivo. In normali condizioni userebbe lo sua vista a raggi X per scansionare tutta la città alla ricerca di Lois Lane: in Action Comics #732 deve farsi caricare in macchina da un poliziotto e non riesce a focalizzare la vista.
Non è certo la prima volta che l’eroe è in difficoltà: la differenza è che questa volta si trova a combattere contro un qualcosa che agisce da dentro lui stesso e che non conosce. Quando poi la situazione precipita e l’energia che fuoriesce dal suo corpo è ormai incontenibile Superman è costretto a catapultarsi presso il laboratorio S.T.A.R. (cfr. lo “storico” Superman #123) dove il prof. Hamilton si era già allertato e stava già preoccupandosi di costruire una tuta in grado di contenere tale (incontenibile) potere. La giocata d’effetto degli autori fa sì che tale tuta sia costruita (ovviamente in tempo di record) grazie ad un particolare tessuto donato da Lex Luthor e portato addirittura dalla di lui moglie in regalo. Il piccolo dibattito sull’usare o meno questo tessuto viene immediatamente risolta: la nuova “suit” dell’alter ego di Clark Kent si anima di vita, funziona. Il “nuovo” Superman raggiunge in un lampo i suoi genitori adottivi nel Kansas. Il nuovo, migliorato Superman è pronto per “the Next Generation. Now I’m ready … for the next … Century”. Sono queste le parole che ascolta Martha Kent sente dire al suo Clark mentre quest’ultima disegna la “S” che adornava il vecchio costume sulla nuova tuta. Quest’ultima non è null’altro che un’aderente tutina blu notte abbellita sui lati delle gambe e sulle braccia da strisce bianche a mo’ di fulmine, “S” stilizzata sul torace come abbiamo già detto (attenzione ce n’è una anche dietro!) e copertura fino alla testa per il collo con faccia e parte alta dei capelli scoperti. La tuta segna il decesso del mantello, spesso ultimamente sfilacciato, distrutto, bruciato se non usato per avvolgere bimbi, vecchi o infreddoliti. Non pochi problemi causa questo vestito a Superman: il fatto che la donazione sia stata fatta da Lex Luthor non viene digerita facilmente e questo preoccupa nel futuro non poco il Paladino di Metropolis. Ma solo il tempo permette a Superman di imparare a controllare i suoi nuovi poteri, diversi ma non da meno dei precedenti. Si tratta infatti di cambiare totalmente “stile di vita” e di combattimento: non viene privilegiata la forza (non farà più scudo con il petto ai proiettili) ma l’energia, essendo infatti diventato energia pura che si solidifica “a comando”. Quando riesce a ridiventare umano però diventa vulnerabile; è questa una delle novità più stimolanti e che lo differenziano dal Superman precedente. Dopo un paio d’albi vediamo infatti Clark Kent sanguinare copiosamente e davvero sembra una scena irreale (ricorda Cristopher Reeve quando in Superman II decide di non usare i suoi superpoteri per vivere tranquillamente con Lois Lane e viene pestato a sangue in un bar). Il consulto effettuato con Roy una manciata d’albi prima (Action Comics #733) a tal proposito era stato illuminante. Essendo ormai Kal El un essere di energia, non è possibile che in forma (apparentemente) umana sia vulnerabile e invece con la “suit” da supereroe invulnerabile; la mente di Superman, unico strumento realmente super, modifica lo struttura corporea convincendosi che da “umano” è vulnerabile. I possibili sviluppi dello vicenda sono intriganti. In Superman:The Man of Steel #68, a furia di assorbire radiazioni il Nostro diventa un “pupazzone” alto centinaia di metri e combatte come un “Godzilla”, con i palazzi di Metropolis che gli arrivano alla caviglia. Da un punto di vista estetico, il cambio di costume non è il fine, ma il mezzo. L’idea è di variare le capacità del personaggio e di conseguenza anche il costume. È questo il Superman del futuro e tutti gli atteggiamenti tipici e ormai definitivamente legati a stretta fila con l’immagine stessa dell’Uomo d’acciaio pare debbano essere dimenticati.Ma cosa era in grado di fare il “Super eroe” per eccellenza? Più potente di una locomotiva, più veloce di un fulmine: questo era Superman, dotato, primo del 123° numero della serie che porta il suo nome, dei super poteri per antonomasia. Si partiva dalla superforza e dalla invulnerabilità per basare le imprese impossibili: nulla di materiale poteva scalfirlo e la sua forza permetteva imprese eccezionali quali sollevamenti di aerei, navi o, addirittura, laghi ghiacciati. I proiettili che gli venivano sparati contro si spappolavano sul suo corpo. Con la sua supervelocità gli erano permesse cose che solo Flash poteva fare nel mondo: la capacità di svestirsi in un battito di ciglia o di far scomparire le pistole da mano agli aggressori era un punto di forza eccezionale. Gli occhi erano inoltre fonte di altri incredibili poteri: lo spettro visivo era ampio e duttile, poteva vedere le persone, i palazzi ma anche attraverso le persone ed i palazzi; inoltre anche a distanza di miglia era in grado di vedere perfettamente. Dagli occhi emetteva un raggio calorifico che poteva essere concentrato anche in un solo piccolissimo punto che raggiungeva temperature eccezionali. Le extra capacità si allargavano anche all’udito, che permetteva di udire singole richieste d’aiuto a distanza di miglia in mezzo al fragore più assordante. La capacità di volare, unita alla supervelocità ed alla superforza, rendevano Superman un supereroe in grado di imprese inimmaginabili quali sollevamenti di navi, movimenti impensabili fra i grattacieli, voli a velocità supersonica per fermare missili et similia.
Ora tutto ciò non c’è più.
Questo è avvenuto nonostante che il “mito” giustamente creatosi attorno a Superman sembrasse intoccabile. L’idea di modificarlo così come è stato fatto presenta almeno due chiavi di lettura. La prima è che, con tutto il rispetto per gli (ormai defunti) creatori Siegel & Schuster, si tratta di un personaggio dei fumetti e che come tale può subire cambiamenti a seconda di chi ne scrive le storie. In quest’ottica gli autori che stavano allora lavorando alla DC sulle supertestate avevano dichiarato che non c’era nulla di che scandalizzarsi; il personaggio cosi com’era non era intoccabile e la ricerca di cose nuove e stimolanti poteva anche portare in altre direzioni. Onestamente questo può sembrare un ragionamento legittimo nel caso in cui, per fare un esempio reale, Erik Larsen avesse deciso di cambiare costume e poteri al “suo” personaggio Savage Dragon a distanza di quattro anni dalla sua nascita ma trattandosi di Superman forse ci si poteva aspettare maggiore timore reverenziale. La seconda chiave di lettura sa più di chiaroveggenza che d’altro. Superman imparava a conoscere i suoi nuovi poteri e, una volta appurato che il pubblico preferiva il “vecchio uomo d’acciaio” (non ancora arrugginito), si è tornati ai vecchi superpoteri.
Chiudiamo con due sole riflessioni. La prima: fino ad allora il vero superpotere di Superman era sempre stato il coraggio, il cuore; non a caso anche durante la temporanea assenza di superpoteri Kal El si è distinto per sprezzo del pericolo e dedizione alla causo della difesa dei deboli. Seconda riflessione: sicuramente in questo bailamme di cambiamenti, la persona che ha sofferto di più di tutto ciò sarà la (allora) signora Lois Lane in Kent. Abituata da anni a convivere (anche sotto le coperte) con un superuomo, si è ritrovata sposata ad un “comune” umano, non più dotato di “super” forza (ehm, a momenti mi veniva di dire “super” dotato … ). That’s all, folks!
Note
- “The Adventures of Superman” (mensile + 1 annual); “Superman” (mensile + 1 annual). “Superman: The Man of Steel” (mensile + 1 annual); “Superman in Action Comics” (mensile + 1 annual); “Superman: The Man of Tomorrow” (quadrimestrale [↩]
- “The final Night” mini serie di quattro numeri (Kesel-Immonen-Marzan) DC Comics 1996 [↩]
- Ricordiamo che le supertestate godevano di una stretta continuity interna regolata dai “triangolini” sulla copertina che ne indicavano il numero progressivo [↩]
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