Innanzitutto la puntata si apre con un documentario della BBC con immagini spettacolari e molto coinvolgenti dedicato alle praterie che nutrono il mondo e al modo in cui l’uomo ha imparato a dominarle anche in compagnia degli animali.
Si tratta di luoghi come la
Mongolia dove sopravvivere non è una passeggiata e richiede abilità, spirito di adattamento e collaborazione con le altre creature viventi. In
Africa si attende la migrazione degli gnu che si muovono velocemente, è il momento per i cacciatori di procurarsi cibo anche se hanno dei feroci concorrenti. Gli uomini pur essendo privi di artigli e non essendo veloci come i rivali si devono procurare il cibo e la strategia adottata è proprio quella di far lavorare i leoni. Una volta catturata la preda gliela soffieranno da sotto il naso. Mentre il branco banchetta, la tensione si alza, è in gioco la vita, i cacciatori devono allontanare i felini, è una terribile prova di forza che miete spesso vittime e procura ferite. I cacciatori avanzano decisi, i leoni disorientati, fuggono, pochi minuti per staccare una coscia di gnu sufficiente a sfamarli e i leoni capiranno che è tutto un bluff, si riorganizzeranno e attaccheranno…veloci movimenti poi ognuno torna al proprio posto, senza danni! Nella savana i cacciatori usano l’ingegno e non la forza per procurarsi cibo, un esempio equilibrato di come sia possibile la convivenza tra uomo e animali senza ricorrere alla violenza. In
Australia invece il dominio sugli animali è palese, milioni di capi di bestiame catturati da elicotteri si trasformeranno in bistecche e soldi per gli allevatori che una volta individuate le prede, le fanno correre e uscire allo scoperto per poterle indirizzare nel recinto che le catturerà per sempre. In questo caso sono gli uomini a dirigere la migrazione. Coraggio, arguzia, tecnica, si sono raffinate nel tempo e ci hanno permesso di sfruttare le potenzialità del mondo.
Altro tema trattato e molto interessante tocca la
civiltà romana che ci ha lasciato in eredità templi e opere di alta ingegneria. Il nostro territorio è simile alle miniere, scavando continuano a riportare alla luce tesori di inestimabile valore. Ad esempio vicino a
Tivoli esisteva un
santuario dedicato a Ercole che era talmente grande da poter contenere il Colosseo. Dopo 3 anni di lavori è ora aperto al pubblico. La descrizione del ritrovamento si è arricchita anche di ricostruzioni virtuali degli elementi non più visibili. I reperti archeologici hanno permesso di ricostruire l’area, un’enorme spianata dove al centro si ergeva il tempio a cui le persone chiedevano protezione. Sorto lungo una delle vie della transumanza ovina che collegavano
Roma all’Appennino abruzzese, il Tempio di Ercole Vincitore a Tivoli divenne in età imperiale
uno dei principali centri di culto e uno snodo commerciale di primaria importanza. Il santuario, imponente nelle dimensioni, rappresenta una delle massime espressioni della
tecnica edilizia vitruviana, con soluzioni costruttive innovative. Lungo il tempio si erge un teatro capace all’epoca di ospitare 3600 spettatori, dove si tenevano spettacoli in onore della divinità. Il restauro lo ha adeguato alle esigenze odierne, facendone una struttura in grado di accogliere 1200 persone. Recuperato anche l’antiquarium, allestito con resti provenienti dagli scavi della zona.
La scommessa ora è rendere il monumento un centro importante di attrazione turistico culturale. Camminare in questi luoghi è un’emozione se si pensa che chi l’ha fatto in precedenza è vissuto 2000 anni fa, eppure guardava lo stesso cielo.