Magazine Cinema
Regia: Dario Argento
Anno: 1977
Titolo originale: Suspiria
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.4)
Pagina di I Check Movies
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A tre anni di distanza dal successo di Profondo Rosso, Dario Argento ci propone un altro horror dalle tinte forti utilizzando elementi fantastici e non reali. Stregoneria ed effetti paranormali stanno alla base di Suspiria, nome scelto per il film ed ispirato dal romanzo "Suspiria de Profundis", e questi sfociano nel male attraverso omicidi violenti e sanguinari. Il lato perverso dell'horror è dato da ciò che esula dal comune e dall'ordinario e la regia del maestro italiano, cerca di rendere surreale gran parte del girato. Il tema del maledetto viene forzatamente ripetuto attraverso numerose scene, scegliendo una fotografia che si sposa alla perfezione con quanto si vuoe esprimere. I colori, perennemente lanciati sui volti dei personaggi (abbiamo un'eroina come protagonista) o sugli sfondi, non hanno tanto il compito di illuminare per far luce, quanto quello di stordire e creare disagio. Un disagio che introduce, fin dalle prime battute, un qualcosa di esoterico, rabbioso e criminale. Gli aspetti visivi sono molto curati (lo stile fiabesco delle strutture, le maniglie delle porte poste in alto in modo da dare una sensazione di impotenza, i giochi di ombre e luci colorate su pareti e finestre), contrariamente a quanto visto in Profondo Rosso, e si affiancano ancora una volta alla spettacolare ed azzeccata colonna sonora firmata dai Goblin. Già, la musica è un fattore sempre vincente e dà la cadenza al thriller dalle forti tinte horror. Purtroppo non riesco ad apprezzare assolutamente l'impatto che hanno gli attori sul set. Magari qui la teatralità è meno esasperata, ma si ha comunque qualcosa di poco credibile e troppo recitato. Addirittura monologhi ad alta voce che descrivono cosa una personaggio si appresta a fare. Tutto questo secondo smorza enormemente l'ingrediente "paura", distogliendo in parte l'attenzione dello spettatore. La famosa scena in cui una delle protagoniste cade sul filo (spinato?) risulta quasi ridicola, piuttosto che violenta, soprattutto per colpa delle finte grida e del finto terrore. Ci sta che oltre trent anni fa si facesse poco caso al contorno e ci si incentrasse maggiormente sul fatto in sé, mentre i iei gusti personali avrebbero apprezzato anche una trama più logica e lineare. E vabbeh, non si può volere tutto.
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