Ricetta per persone n.
4
Ingredienti:
200 g di mandorle
2 albumi
200 g di zucchero
1 bustina di vanillina
burro per la placca
farina per la placca
Le pardulas, in sardo sulcitano e campidanese, o casatinas, in sardo nuorese, casgiaddina o formaggelle in Sassarese e logudorese , sono un .Sono piccole tortine con ripieno di ricotta o di formaggio, molto delicate e gustose.A seconda della zona si possono vedere in una versione dolce o salata, all'aroma di arancia o limone e, più rara, una versione con l'uvetta.
Nonostante la preparazione identica, il gusto tra le pardulas di ricotta, delicatissime, e quelle di formaggio (formaggio fresco), che hanno un sapore più deciso, è molto diverso.
Preparazione: 40’ più il tempo di riposo + 20’ di cottura.
- Mettete le mandorle in acqua bollente e lasciatele per circa 2 minuti, poi scolatele e distribuitele sulla placca.
- Passatele in forno a 150 °C e fatele asciugare, ma non tostare, quindi pelatele e tritatele finemente.
- Montate a neve ben ferma gli albumi, unite lo zucchero, la vanillina e le mandorle, mescolando delicatamente per non smontare il composto, quindi proseguite a lavorare il tutto fino a ottenere un impasto ben legato.
- Distribuite il composto di mandorle a cucchiaiate sulla placca imburrata e infarinata, formando dei mucchietti tondi ben distanziati, in quanto durante la cottura tenderanno a gonfiarsi.
- Passate la placca in forno a 160 °C per circa 30 minuti.
- Sfornate, fate raffreddare su una gratella e servite.
Vino consigliato: con questo dolce amarognolo servite l’intenso Girò di Cagliari Rosso o il Moscato di Noto.
La tradizione vitivinicola dell’ area sud-orientale della Sicilia è ben viva nella memoria della gente del luogo, qui la coltivazione della vite è stata per lungo tempo l’attività agricola prevalente. Il territorio di Pachino ha svolto per parecchi anni il ruolo di centro di produzione di mosti e vini prevalentemente impiegati per il taglio di vini più blasonati, acquistati dal nord Italia e dalla Francia in grandi quantitativi. La Marabino si pone come obbiettivo di riqualificare una zona che oggi è centro di grande interesse e di valorizzazione sotto il profilo commerciale, grazie a caratteristiche pedoclimatiche tali da permettere di ottenere vini di grande pregio. La nostra attenzione è rivolta alla cura del territorio, per questo abbiamo scelto di usare esclusivamente prodotti naturali che seguono i principi dell’agricoltura biodinamica, per aiutare la vigna a trovare e mantenere l’equilibrio in sintonia con la natura e per far esprimere finalmente al vino la profondità del carattere della propria terra.Il Moscato di Noto si produce nella Sicilia orientale, nei comuni di Noto, Rosolini, Pachino e Avola, in provincia di Siracusa. E’ ottenuto con le uve di Moscato bianco, localmente denominato Moscato giallo o Moscatella, e, in base al disciplinare, può essere naturale, spumante e liquoroso. Il riconoscimento della Doc risale al 1974 (GU n. 199/74) e il Moscato di Noto, insieme e quello di Siracusa e all’Eloro rosso, rientra nel Consorzio tutela vini del Siracusano. Dopo il picco produttivo del 1993, quando ha superato i 1.100 ettolitri, il Moscato di Noto ha registrato un drastico calo dei volumi. Nel 1999 in particolare si è tenuto sotto i 200 ettolitri..
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