Lo tsunami che lo scorso anno ha colpito il Giappone ha fatto letteralmente “sussultare” il Mare Mediterraneo. Secondo un recente studio, pubblicato sulla rivista scientifica Epl (A Letters Journal Exploring the Frontiers of Physics), dopo lo tsunami in Giappone le acque del Mediterraneo si sono sollevate di circa 15 centimetri. Lo studio è stato realizzato da un gruppo di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e del British Antarctis Survey di Cambridge. A Creta circa 40/50 ore dopo il terremoto del Giappone è stata registrata una bassa marea anomala. I ricercatori hanno registrato le oscillazioni nel Mediterraneo “grazie all’analisi dei dati relativi alle oscillazioni del livello dei mari della rete italiana dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e della rete internazionale del Servizio di sorveglianza del livello dei mari (Permanent Service for Mean Sea Level)“. Secondo Marco Anzidei dell’Ingv, uno degli autori della ricerca, “E’ la prima volta che si osserva una cosa del genere al mondo: nemmeno dopo il maremoto avvenuto in Indonesia nel 2004 sono state rilevate oscillazioni del genere nel Mediterraneo. I mareografi sono strumenti che misurano le continue oscillazioni marine e si trovano nei porti o lungo le coste. In questo caso abbiamo notato che tra 40 e 50 ore dopo il terremoto in Giappone, nel Mediterraneo c’è stata un’oscillazione anomala dovuta al passaggio della perturbazione. E’ stato un innalzamento non rischioso per le coste italiane, perché si è trattato di un fenomeno transiente e di piccola ampiezza, dell’ordine di 10-15 centimetri. Non si deve pensare ad un onda, ma ad un’oscillazione lenta passata attraverso lo Stretto di Gibilterra, che ha agito come amplificatore”. (Fonte: Ansa)