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Svantaggi degli impianti a biogas

Creato il 06 agosto 2012 da Laperonza

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Fonte Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Biogas)

 

(...) Tuttavia il biogas ha anche molte controindicazioni. Se si escludono le centrali che sfruttano il biogas prodotto dalla decomposizione di prodotti organici delle discariche, molte centrali a biogas usano liquami animali combinati con vegetali (nel rapporto di 25-75), poiché la resa del biogas si ottimizza mescolando più tipologie di prodotti organici.

 

Quindi primo fra tutti, per questo tipo di centrali (il più diffuso), c'è il problema che per alimentare una centrale da 1 Mw serve coltivare circa 300 ha di terreno, terreno che viene ovviamente sottratto alla produzione di derrate alimentari per l'alimentazione umana o animale. Gli ultimi anni sono stati però caratterizzati da un progressivo abbandono dei terreni a causa della scarsa redditività dell'agricoltura e dalla concorrenza dei paesi esteri. La sostituzione di colture a basso reddito con il mais da biomassa hanno permesso a molte aziende di sopravvivere a questo momento di crisi. Questo pone anche un serio problema riguardante la conversione di territorio agricolo a fine alimentare in territorio agricolo a fine energetico. In questi casi poiché i vegetali necessari per la fermentazione non sono destinati all'alimentazione umana e poiché quello che conta è la resa, i terreni coltivati vengono irrorati con dosi massicce di fertilizzanti e di pesticidi, provocando inquinamento del terreno stesso e delle falde acquifere sottostanti. Il problemi si presenta solo il primo anno in quanto negli anni successivi i fertilizzanti chimici sono sostituiti dal digestato prodotto dall'impianto stesso. Il digestato oltre che essere un ottimo ammendante dal punto di vista chimico lo è anche dal punto di vista meccanico in quanto apportando fibra al terreno lo alleggerisce permettendone una lavorazione più facile e meno onerosa. Questo problema si può ripresentare quando il digestato viene riposto sui terreni di coltivazione.

 

Un altro problema è legato ai cattivi odori emessi dalla fermentazione dei vegetali e/o dal liquame associato, il problema è però risolvibile mediante una corretta gestione dell'impianto, infatti le vasche per lavorare devono essere completamente sigillate. Molte di queste centrali stanno sorgendo lontano dalle zone di produzione del liquame e vicino alle abitazione con conseguente pesante disagio per le popolazioni. Questo comporta tra l'altro uno spostamento di migliaia di camion a livello esclusivamente locale in quanto gli impianti sono alimentati da filiera corta con una conseguente diminuzione dell'inquinamento derivante dal tresporto su lunghe distanze.

 

Un ulteriore e preoccuppante svantaggio emerso negli ultimi anni, ma noto sin dalla fine degli anni 90 è che i digestori non riescono a neutralizzare completamente i batteri presenti, in particolare i clostridi che sono batteri termoresistenti(a questa famiglia appartengono i batteri che provocano botulismo e tetano) Questi batteri sono presenti nel digestato, cioè nello scarto dei digestori che viene successivamente smaltito nei terreni. Per questo motivo la regione Emilia-Romagna nelle sue Linee guida per la localizzazione delle centrali a biogas (delibera dell’Assemblea regionale n. 51 del 26 luglio 2011) stabilisce che il territorio di produzione del Parmigiano-Reggiano è considerato non idoneo all’installazione di impianti di produzione di energia da biogas. In Germania alcuni ricercatori hanno suggerito che l'epidemia di Escherichia coli che ha colpito la Germania nell'estate del 2011 causando 18 morti e le migliaia di casi di botulismo osservato negli animali tra l'estate del 2011 e l'inizio del 2012 sono stati causati dalla presenza delle centrali a biogas.

 


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