Abbiamo raggiunto La Mesma verso le 24, dopo una giornata passata in cucina con le Donne del Vino del Piemonte e un’ottima cena al ristorante. Troppo stanchi per capire dove ci trovassimo, ce ne siamo resi conto la mattina dopo quando abbiamo aperto la finestra e abbiamo visto il bosco…
Niente rete per gli smartphone, solo pace verde e azzurra.
Sotto di noi, nel prato, una colazione che ci attende insieme a Paola e Francesca, due gentilissime e sorridenti sorelle. Ci sediamo e ascoltiamo il loro racconto.
Tutto è cominciato con la casa di campagna di Monterotondo, dove la famiglia passa le estati insieme. Il paese si trova proprio nel cuore del Gavi, così la mamma ha iniziato a dire che non si poteva non averlo! Quando i vicini hanno deciso di mettere in vendita le vigne vecchie, le ragazze della Mesma le hanno acquistate riuscendo a raggiungere, unendo i vari pezzi, 15 ettari di terreno.
Nel 2001 hanno realizzato gli impianti, nel 2003 ha visto la luce la prima bottiglia fatta da un produttore della zona. Questa soluzione non soddisfaceva però abbastanza perché affidandosi a terzi il vino non sembrava loro realmente il frutto delle loro vigne.
A Monterotondo l’inverno è difficile, la strada è brutta, così hanno trovato questa casa con cantina e dal 2005 hanno iniziato a vinificare facendo tutto da sole.
Tutte e tre provenivano da altri ambienti lavorativi – una avvocato, l’altra biologa e infine critico d’arte – mentre ora sono tutte votate al vino, da quando l’enologo ha suggerito che facessero da sole. Così si sono trovate un direttore per la cantina che viene da Trento ed ha una forte esperienza sul campo.
“La prima vendemmia è stata una telefonata continua!” ricordano con il sorriso.
Le ragazze non mettono le “mani in uva”, ma tutto fin da subito veniva fatto davanti a loro tre. Ora Francesca segue la produzione e l’amministrazione (anche fino alle 2 di notte) e grazie al direttore riescono a fare le cose come le vogliono loro.
Oltre a questa casa hanno 10 ettari situati nel Comune di Novi.
A Tassarolo si trova un antico rovere verde, che è uno degli alberi monumentali del Piemonte: sempre verde, la sua chioma è ampia 25 metri ed è annoverata nei registri parrocchiali già del 1614. In questa zona le ragazze ricavano la loro riserva, iniziata solo da due anni. Per realizzarla hanno una vigna con matricola a parte, dichiarata, con resa massima di 65 quintali/ettaro e acidità maggiore, estratto secco maggiore. Il vino passa minimo sei mesi in vasca e sei mesi in bottiglia prima di poter essere rilasciato.
Per garantire la qualità, ogni settimana le ragazze chiamano l’enologo ed effettuano degustazioni alla cieca. Le loro vigne si trovano su terreni molto diversi tra loro: uno chiaro e argilloso, l’altro rosso, per cui anche i risultati sono differenti.
Un ettaro e mezzo di vigneti è attualmente in conversione biologica, anche se in generale usano il sovescio e non il diserbo, ed effettuano la potatura col metodo di Somonit e Sirch del Friuli, che sta avendo molto successo. Questo metodo vuole salvaguardare la circolazione interna della pianta, per cui si tagliano solo piccoli pezzi e mai a cono, per non intaccare il sistema circolatorio. Si lascia lo sperone.
Le etichette prodotte da La Mesma sono 5 di Gavi: 3 fermi, 1 frizzante, 1 Gavi spumante metodo classico col cortese in purezza, passato 30/36 mesi sui lieviti.
Producono 55mila bottiglie l’anno. In realtà vinificano più di 200mila bottiglie ma manca la forza commerciale per poterle distribuire.
Il loro mercato ad oggi è quasi tutto estero: UK e Irlanda (i loro vini si trovano nei migliori ristoranti di Londra), Germania (in piccole enoteche), Danimarca, USA (in enoteca a NY), Russia.
Facciamo quindi visita alla cantina, pulita e ordinata, dove molte bottiglie sono in attesa al fresco che venga il loro momento. Ci raccontano che nella zone hanno iniziato loro a fare l’”imbottigliamento a domicilio”, per cui quando è ora arrivano imbottigliatori specializzati che finito il lavoro se ne vanno, permettendo di non avere il costo fisso della linea di imbottigliamento.
Forse proprio il fatto che le sorelle provengano da settori diversi, che non abbiano la mente troppo legata alle tradizioni, permette loro di innovare e guardare avanti con più facilità.
Stanno lavorando per aprire un B&B. Continuiamo a seguirle (il sito è work in progress) perché sicuramente varrà la pena di andarle a trovare di nuovo.
Dopo la meravigliosa colazione e la visita al rovere verde abbiamo raggiunto Mafe e Gallizio al Poggio di Gavi… ve ne parleremo presto.
Qui trovate un foto racconto della mattinata trascorsa con loro.