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Sviluppo e sicurezza: i miracoli del Kazakhstan

Creato il 21 dicembre 2010 da Bitmag

Istituto ISIAMED analizza la situazione nell’ex repubblica sovietica

Il Kazakhstan ha la stessa estensione di tutti i paesi europei messi assieme, è composto da oltre 130 gruppi etnici diversi, ha raggiunto un trend di crescita del Pil da far invidia a Cina ed India, presenta una stabilità politica assoluta tanto da fargli assegnare dai 56 paesi dell’ Osce la presidenza di questa organizzazione per l’anno 2010, dopo l’attribuzione,nel giugno scorso, della Presidenza della SCO (Shangai Cooperation Organization) su proposta di Russia e Cina.Il Kazakhstan, possiamo definirlo oggi, il Paese delle grandi opportunità. A torto è stato identificato principalmente per la sua ricchezza economica e per le straordinarie risorse del suo territorio. È tutto vero, ma ancora più dinamico e produttivo, nell’interesse del futuro del paese, appare il suo processo di sviluppo democratico, la sua moderna architettura istituzionale sulla sicurezza, la sua strategia dello sviluppo economico puntata sull’economia di mercato, tutto frutto di una scelta radicale operata vent’anni fa,nel 1991, all’atto della riconquista dell’indipendenza dopo l’implosione del regime dell’Unione Sovietica. Un processo democratico ispirato ed alimentato da una forte identità nazionale e da una straordinaria ricchezza culturale cui fa decisivo riferimento la sua Costituzione. Il Kazakhstan è legato, infatti, ad una Carta Costituzionale di eccezionale robustezza e flessibilità, adottata 15 anni fa, il 30 agosto 1995. Proprio grazie ad essa, il Paese si è impo-sto all’attenzione mondiale per la sua capacità di distribui-re iniezioni di stabilità sui paesi della regione ed adottare una strategia politica interna di straordinario equilibrio. La sua posizione geografica è, geostrategicamente, unica sul pianeta terra. Collocato al crocevia tra le più antiche civiltà, ha introitato dalla collocazione geografica la voca-zione al dialogo ed alla tolleranza, divenendo punto di snodo delle relazioni intercontinentali in un’area cui sono storicamente ancorate da millenni Russia, Cina ed Europa.

Da questa vocazione origina la naturale produzione, in quantità industriale, di stabilità politica e sociale. Tutto ciò a dispetto del fatto di ritrovarsi geograficamente collocato,non solo virtualmente, sul cratere in fiamme del vulcano politico più arroventato del pianeta, costantemente in eruttazione, costituito da Afghanistan, Iran e Pakistan, per non parlare delle costanti scosse telluriche provenienti dal Kirghisistan, Tagikistan e Turkmenistan. Credo che, avendo poi costituito nella regione un virtuale “asse per la stabilità” con la Turchia, il Kazakhstan si è conquistato l’apprezzamento della Comunità internazionale proprio per la capacità di distribuire fiducia e solidarietà ai paesi minori della regione oltre ad essersi conquistato anche il rispetto e l’ammirazione dei suoi partner di stazza maggiore quali Russia, Cina, Europa e Stati Uniti. E questo consente oggi di tornare a parlare di un secondo tempo storico della “Via della Seta” e contestualmente di registrare il riproporsi di un secondo tempo storico anche per il “Grande Giogo”.In questo contesto, a dispetto della crisi economica e finanziaria, pressoché globale, il Kazakhstan ancorato ad una consolidata strategia dello sviluppo, finalmente liberata,con l’arrivo dell’Indipendenza nel 1991, dalla cappa dell’ideologia viene amministrato con forte equilibrio, evitando soprattutto la tentazione di condividere i suggestivi paradigmi occidentali dello sviluppo, dimostratisi letali per Europa e Stati Uniti. Oggi il Kazakhstan marcia con una orgogliosa caratura di leadership economica e sociale verso una prospettiva euroasiatica che torna a far sognare i popoli di una grande regione come il Centro Asia che, già millenni fa, ha assicurato per lunghi secoli, al pianeta terra, ricchezza, civiltà, progresso e stabilità.
G.D C.



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