Quasi esordio del talentuoso Liman – aveva precedentemente diretto solo il divertente Student Body, commedia nera poco riuscita ma onesta – che, su una sceneggiatura frizzante firmata dal protagonista Jon Favreau, costruisce un vero e proprio luna park emozionale tutto al maschile, straripante di citazione cinematografiche e gag memorabili.
“Mike è un aspirante attore in cerca di fortuna a Los Angeles, ha appena rotto una relazione di sei anni con la fidanzata. Vedendolo abbattuto i suoi amici cercano di farlo reagire. Riusciranno a portarlo a Las Vegas dove passeranno la notte tra locali, feste alla moda, a parlare di cinema e a rimorchiare ragazze”
Il canovaccio appare quello del più classico rat-pack americano: amiconi da una vita pronti a divertirsi senza freni per tirare su l’amico sfigato e depresso. Las vegas diviene così l’eldorado di plastica e fiches più abusato nella moderna commedia statunitense. Ma il soggetto di Favreau (futuro regista di Iron Man e Cowboys contro alieni) e la regia curata e cinefile di Liman evitano l’abuso di stereotipi e colpi bassi, preferendo lavorare sulla psicologia dei protagonisti, per una volta non semplici maschere ad uso e consumo di situazioni grottesche. Las Vegas con i suoi immensi casinò, il tintinnio delle slot machines ed i tavoli verdi pronti ad ospitare i più accaniti appassionati di roulette e Poker Texas hold’em circonda, quasi stordendoli, i folli ragazzoni losangelini, perennemente divisi tra sogni di successo (il cinema, ça va sans dire) e la grigia quotidianità. I dialoghi esilaranti e le eccellenti musiche curate da Justin Reinhardt completano un’opera davvero a basso costo (prodotta dalla Miramax con budget dichiarato di 200.000 dollari) che ha conquistato, col tempo e soprattutto oltreoceano, lo status di cult assoluto.
Chi desidera, inoltre, si diverta a riconoscere i numerosi rimandi al cinema di Tarantino, Scorsese e Coppola…
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