Ennesimo disco omonimo per gli svedesi Switchblade, attivi dal 1998, dal 2010 ridotti a duo ma qui coadiuvati da alcuni ospiti importanti: Per Wiberg (Opeth, Spiritual Beggars, Clutch, Candlemass) all’hammond, The Cuckoo (Terra Tenebrosa), David Johansson (Kongh, The Eternal Void) e Lord Seth (cioè Jonas Renkse dei Katatonia). Nonostante si avverta la continuità col precedente lavoro, il tanto acclamato Switchblade del 2009, il nuovo sembra possedere maggiore coesione e concretezza, quasi una voglia di riempire parzialmente i tipici vuoti della band con l’eco di distorsioni e saturazioni più solide e corpose rispetto al passato, e mostra la tendenza a lasciare più spazio alle vocals. Basta del resto osservare l’artwork per notare un cambio di umore, un avvicinarsi agli elementi naturali e quindi alla consistenza di rocce, terra e legno che incorniciano gli strumenti del duo. Non una svolta radicale, quanto un ripensare il proprio linguaggio alla luce di una sensibilità diversa e del nuovo assetto interno. Innegabile, poi, l’influenza esercitata dalle collaborazioni di peso, un fattore che non permette al momento di comprendere se le novità che ci sono rappresentino uno scarto vero e proprio o solo un’occasionale rilettura. Ciò che appare certo è che il nuovo Switchblade soddisferà i fan del gruppo e potrebbe portare nuovi adepti al culto, grazie soprattutto a una scrittura dinamica e capace di variare l’intensità e le emozioni trasmesse dai tre movimenti, tanto da arrivare proprio in chiusura a toccare un inatteso immaginario doom (senza suffissi drone o sludge di sorta), rimescolando ancora una volta le carte in tavola. Come si suol dire, fin qui tutto bene.
Tracklist
01. Movement I
02. Movement II
03. Movement III