Ricorderete senz’altro, soliti lettori, il piccolo malanno che l’anno scorso afflliggeva il braccio destro della sottoscritta Scribacchina: ebbene, mi duole informarvi che il problemuccio non solo non s’è risolto, ma s’è pure allargato al braccio destro.
La scrivente possiede dunque ben due gomiti del tennista.
Chapeau, Scribacchina: un record.
Va da sé che il bravo Professore di cui andava parlando nel racconto che vi proposi a novembre 2011 seguì il destino del suo predecessore: fu scaricato con nonchalance (anche se un poco a malincuore, debbo ammetterlo, considerata la di lui passione pel Jazz).
E giacché non so star con le mani in mano, lo sostituii nei mesi seguenti con altri (pseudo) specialisti, tutti colla verità in mano, tutti – ahimé – incapaci di dar soluzione al mio piccolo dramma. Che, come accennavo più sopra, nel frattempo s’è pure aggravato.
Settimana scorsa, aggiornamento catastrofico della situazione.
Conversando amabilmente colla gentile fanciulla che ha preso il posto dei varii Professori e Fisioterapisti, rivelai con estrema naturalezza la mia secolare abitudine di dormir senza cuscino. Ormai saran vent’anni che l’oreiller ha, sul mio letto, esclusiva funzione decorativa.
La giovine inorridì.
Ipotizzò un nesso tra cuscino, spalle irrigidite e gomito del tennista.
Immediato, un lampo le balenò negli occhi.
Un sorriso diabolico sbocciò sul suo volto.
Il tempo di sparire per una decina di secondi ed eccola di ritorno a me con uno strano attrezzo – una sorta di cuscino per cervicale, immagino ne abbiate già visti in circolazione: da un lato, una sorta di montagnetta; dall’altro, una collinetta; al centro, una vallata.
Pare sia stato congegnato per fare in modo che testa e collo restino in posizione corretta durante il sonno.
Questo aggeggio non dovrebbe risolvere il mio problemuccio ai gomiti, ma – così pare – dovrebbe contribuire a migliorar la situazione globale.
Ora.
Non so come voi dormiate, se con o senza cuscino.
Ebbene, v’invito a provare per tre notti (tre notti, signori miei: non barate) a togliere il cuscino, se avete l’abitudine di dormirvi sopra, o a usarlo, se – come la sottoscritta – da una vita ne fate gioiosamente a meno. Dopo tre notti di tale supplizio, potrete vagamente immaginare come mi sento questa mattina, dopo la sacra imposizione del cuscino per cervicale: un rottame, con due gomiti del tennista e – meraviglia delle meraviglie – pure la spalla destra bloccata.
Va da sé che la mia innata curiosità mi spinse, una volta giunta a casa col cuscino sottobraccio, a cercar lumi su Santissimo Google.
Domanda: meglio dormir con o senza supporto cranio-cervicale?
Ebbene, con mia somma sorpresa scopersi – tra le altre stupefacenti cose – che «dormire senza cuscino per cinque anni di fila fa venire la gobba».
Ohibò, pensai: com’è che son vent’anni che dormo senza, e di gobba neppur l’ombra?
Di più: com’è che la mia schiena, oggi come oggi, è dritta – v’assicuro – come una barra?
Molto strano tutto ciò. Dovrò approfondire l’argomento.
Comunque.
Nell’indecisione se impormi pure per la notte a venire il cilicio o tornare serenamente alla mia vita senza cuscino, chiudo questo post assicurando – se ve n’era bisogno - che nessun gomito del tennista m’impedirà di (tentare di) suonare la seguente cosuccia. Appena recuperato lo spartito, s’intende.