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Tabora in Tanzania: sviluppo con miele, latte e il turismo del doctor Livingstone

Creato il 11 ottobre 2013 da Cafeafrica @cafeafrica_blog

La regione di Tabora, nella parte centro-occidentale della Tanzania, presenta varie opportunità di investimento per lo sviluppo dell’area.

La regione, con una popolazione stimata di poco più di due milioni di abitanti, ha una superficie di 76.000 km2 dei quali due terzi consistono in riserve forestali (34.698 km2) e riserve di caccia (17.122 km2).
Tabora è anche il nome della capitale della regione ed è il centro per l’accesso dei mercati di esportazione di Dar es Salaam, Kigoma (sul lago Tanganica) e Mwanza (sul Lago Vittoria) verso i Paesi confinanti (Burundi, Ruanda, Congo), con un mercato potenziale di più di 20 milioni di abitanti.
La regione ha abbondanza di risorse naturali, comprese fauna, foreste, laghi e fiumi. Il clima mite favorisce il turismo.

map_Tabora_Tanzania

Le opportunità di investimento proposte riguardano:

  • Produzione di miele. I boschi di miombo localizzati nella regione offrono un ecosistema naturale particolarmente adatto per la produzione di miele di alta qualità. In particolare, la produzione della regione Tabora ammonta a 13.500 tonnellate di miele all’anno, equivalente al 50% della produzione della Tanzania, secondo maggior produttore africano. Il miele viene ceduto generalmente in forma sfusa a commercianti indipendenti che vendono alle aziende di trasformazione in altre località all’interno Tanzania o all’estero. Mancano, in sostanza, attività di lavorazione in loco e anche strutture logistiche adeguate per mantenere la qualità del prodotto. Il miele, infatti, deve essere conservato a basse temperature con un grado di umidità costante durante lo stoccaggio e il trasporto. Nasce così la proposta di avviare un impianto di trattamento a Tabora, che consentirebbe anche la lavorazione dei sottoprodotti: cera d’api, propoli, polline e pappa reale, utilizzati nella produzione di cosmetici, prodotti farmaceutici e integratori di salute.
  • Oli Commestibili. Le opportunità riguardano soprattutto la raffinazione del prodotto, che avrebbe un vasto spazio di sbocco anche sul mercato interno. Più della metà dell’olio vegetale consumato in Tanzania è importato. La produzione locale si concentra principalmente su arachidi (40%), semi di girasole (36%), sesamo (15%), cotone (8%) e olio di palma (1%).
  • Lavorazione del Latte. A Tabora esiste un solo caseificio gestito dal Tanzania Christian Farm Development Trust, con una capacità di 5.000 litri di latte al giorno. Mancano impianti adeguati per fare fronte alla consistente richiesta locale di latte fresco pastorizzato e latte a lunga conservazione e per l’eventuale produzione di burro e formaggi. È da rilevare che nella stagione secca, molte famiglie a basso reddito consumano latte crudo annacquato. In un rapporto prodotto nel 2008 dal Ministero dell’Agricoltura emerge che il consumo medio di latte nel Paese è di soli 39 litri per persona all’anno. Gli interventi auspicati riguardano anche lo sviluppo di procedimenti zootecnici più avanzati accompagnati da un’adeguata formazione degli allevatori.
  • Turismo. La regione offre elementi di attrazione significativi. La città di Tabora è stata fondata nella metà del XIX secolo da mercanti di schiavi arabi ed è stata un importante punto di scambio e di sosta per le carovane che collegavano il lago Tanganica con la città costiera di Bagamoyo, a nord-est. Era inoltre un’importante stazione di missioni durante i primi anni dell’esplorazione europea dell’Africa orientale. La città ha ospitato anche l’esploratore inglese Livingstone la cui casa è stata trasformata in un museo contenente le sue lettere, mappe, foto, un diario e anche materiali riguardanti altri missionari ed esploratori. Tra le regioni di Rukwa e Tabora è situata anche la Ugalla Game Reserve, una riserva che si estende su un’ area complessiva di 5000 km2. Durante la stagione secca è un rifugio per un gran numero di animali, tra cui elefanti, ippopotami e leoni. Al momento però esistono solo due alberghi per i viaggiatori internazionali. Scarsi sono i ristoranti, gli operatori turistici e i servizi di trasporto.

Risorse umane: nella regione sono localizzati dieci istituti tecnici e tre università, in cui si laureano 2.300 studenti all’anno in varie specialità: contabilità, gestione aziendale, pedagogia, tecnologia dell’informazione, agronomia e apicoltura. Elevato è il tasso di disoccupazione e oltre la metà della popolazione è costituita da giovani.

Infrastrutture: i trasporti sono stati rafforzati con Dar es Salaam, Kigoma e Mwanza, in particolare, l’aeroporto di Tabora è stato ristrutturato all’inizio del 2013 e offre collegamenti giornalieri con Dar es Salaam e Kigoma.
La fornitura di energia elettrica è relativamente stabile rispetto ad altre aree del Paese.
I collegamenti wireless sono di buon livello.

Ulteriori informazioni sono disponili sul sito http://www.investintabora. com da cui si possono scaricare anche una guida agli investimenti e una presentazione dettagliata del potenziale della regione realizzate in collaborazione rispettivamente con KPMG e con la Millennium Cities Initiative promossa dall’Earth Institute della Columbia University di New York.

Fonte: Diplomazia Economica Italiana n°27 – ottobre 2013


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