Tag: LE 5 COSE CHE NON SOPPORTO QUANDO LEGGO UN LIBRO
Creato il 03 aprile 2012 da Nicky
@NickysBooks
Girovagando senza meta in quel di YouTube mi sono imbattuta in un video tag molto molto carino, e siccome è uno di quelli un po' cattivelli, che tirano fuori il mio più aspro spirito critico me ne sono innamorata subito. È stato ideato da Luisa, una youtuber molto simpatica e di cui vi consiglio vivamente di visitare il canale, innanzi tutto perché parla di libri (e anche molto bene peraltro) e poi perché è contagiosa, trasmette buonumore (io l'ha seguo già da un po', perciò fidatevi). Avendo un canale, ma non facendo video (almeno per ora, in futuro chissà) ho pensato di "trasportare" questo tag nel mio blog, sperando di coinvolgere anche qualche altro blogger, perché sono curiosissima di sapere le vostre risposte. Spero che a Luisa non dispiaccia. Come si può evincere dal titolo del post, il "video-tag" consiste nell'elencare le cinque cose che proprio non sopportiamo quando leggiamo un libro. Queste sono le mie:Al primissimo posto ci sono gli errori. Se c'è una cosa che proprio mi infastidisce è imbattermi in errori di scrittura o refusi, mi urta profondamente. Io capisco che scrivendo è quasi impossibile non sbagliare mai, capita spessissimo a me in un semplice post posso solo immaginare nella scrittura di un libro, ma caspita tra editor e correttori di bozze un libro passa di mano in mano tra mille controlli e nonostante tutto alcuni sono pieni di erroracci. Ancora di più detesto, anzi non tollero proprio gli errori grammaticali. Che nervi quando ne incontro uno. Voglio dire, abbiamo la fortuna di parlare una lingua meravigliosa che ci dà un'ampiezza di vocabolario invidiabile e una quantità di tempi verbali infinita e tu mi usi sempre e solo l'imperfetto? Se hanno inventato il congiuntivo un motivo c'è! Usalo!Le descrizioni. Ci sono due tipologie di descrizioni che fatico a digerire. La prima è quella in stile "tema scolastico", del tipo: mi sono alzato intorno alle 6.30, sono andato in bagno, mi sono lavato i denti e mi sono pettinato. Sono andato in cucina per la colazione... e così via all'infinito. Ora, a meno che tu non stia disinnescando una bomba, io non sono propriamente interessata ad ogni singola azione che compi, preferisco che tu mi parli dell'emozioni e dei sentimenti che il tal personaggio in quel momento sta provando, non che mi fai l'elenco della spesa. Strettamente legata a questa categoria c'è la descrizione dettagliata, ossia quella che ci descrive l'ambiente nei minimi particolari, tipo quanti fiori ci sono sul cuscino del divano o quanti ciuffi d'erba ha il prato. Anche qui, come detto poco fa, non ritengo particolarmente rilevanti questo tipo d'informazioni, anzi le trovo noiose e peggio credo distraggano il lettore: prediligo una narrazione che mi faccia capire bene il contesto (storico e geografico) e l'atmosfera della trama, che mi trascini all'interno del romanzo lasciandomi però un minimo di libertà d'immaginazione.Il product placement. Non so se si possa definire così, però detesto il reiterato ricorso a marchi famosi. Non ne vedo l'utilità. Chiaro, se in un giallo si vuol fare riferimento a un determinato modello di auto o moto (o qualsiasi altra cosa) che sia davvero utile ai fine della storia lo capisco benissimo, anzi non ci vedo niente di male. Il problema è che sempre più spesso, soprattutto nei romanzi americani (ma ho notato che è una cosa che sta prendendo piede anche in Italia), ogni tre pagine mi viene citata sempre la stessa marca. Se capita una volta, pazienza, se capita sempre mi fa sorgere il dubbio che tu prenda una percentuale sulla vendita del tal prodotto. Onestamente non capisco perché tu debba ripetermi mille volte in 200 pagine che stai leggendo le mail sul tuo I-pad quando potresti scrivere semplicemente tablet.I cliché. Essendo un'appassionata di thriller dovrei ormai averci fatto l'abitudine, visto che è forse il genere in cui abbondano di più, però a volte mi rendo conto di quanto la fantasia degli autori scarseggi. Perché, mi chiedo, in ogni thriller l'investigatore è sempre un poliziotto super figo dal passato doloroso che si innamora della bellona di turno, che di solito lo aiuta nelle indagini? Io lo so già a pagine 3 che voi due finirete a letto insieme, mai una volta (o quasi) che venga smentita. Oppure i romanzi in cui la brava ragazza si innamora del bello e dannato che la tratterà malissimo, la riempirà di corna, ma grazie al potere dell'amore riuscirà a redimersi. Già visto! Peggio ancora sono le storie d'amore al limite della fantascienza dove LUI è praticamente perfetto, iper romantico, bellissimo, pronto a buttarsi nel fuoco per lei, nonostante la LEI in questione sia praticamente una psicolabile piena di manie e isterismi. Parliamoci chiaro, uomini così NON ESISTONO, smettetela di illuderci, che poi una ci resta male.Ultimo, ma non ultimo, i finali frettolosi. Anche in questo caso nervi a fior di pelle. Non capisco come si possa scrivere un romanzo di 500 pagine (o mille, fate voi), ricco di emozioni, tensione e chi più ne ha più ne metta, e poi relegare l'epilogo alle ultime 10 pagine, con spiegazioni fugaci e tirate via. Non si può, non mi puoi cadere sul più bello. Soprattutto quando un libro ti sta piacendo tanto e ti coinvolge davvero, arrivare a un finale del genere è una mazzata pazzesca, doppia fregatura. Piuttosto taglia un po' nelle descrizioni (sempre per tornare al punto 2), ma non economizzare nella conclusione, non si fa!Eccomi arrivata alla fine di questo tag: ovviamente è un gioco e altrettanto ovviamente sono mie personalissime opinioni che mi sono divertita tantissimo a condividere con voi. Non esitate, e fatemi sapere quali sono le cinque cose che proprio non sopportate quando leggete un libro, e non dimenticate di visitare il canale di Luisa.
Potrebbero interessarti anche :