Secondo la Corte dei conti, i tagli della spesa pubblica, la cosiddetta spending review, sono stati fallimentari. E l’Ocse rivede il Pil al ribasso.
I tagli della spesa pubblica sono stati un fallimento, ed hanno avuto la sola conseguenza di ridurre i servizi ai cittadini invece che produrre effettivi risparmi. E’ questa l’accusa che arriva dalla Corte dei conti, per voce del Presidente Raffaele Squitieri, all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016.
I tagli della spesa pubblica insufficienti e inefficaci.
Il monito è molto duro: il Governo non è riuscito ad attuare la cosiddetta spending review e questo insuccesso ricade sui contribuenti in termini di tagli ai servizi pubblici. I provvedimenti adottati fino ad oggi dai vari Governi, da Monti in poi, sono stati insufficienti e inefficaci ed i servizi sono peggiorati. Sicurezza, sanità, trasporti e assistenza, sono i settori dove si avvertono le carenze maggiori.
I tagli della spesa pubblica ed il conseguente risanamento dei conti restano un compito molto impegnativo. Corruzione, clientelismo, pochi investimenti e troppe leggi, bloccano la vitalità dell’Italia.
Le parole del Presidente Squitieri sull’inefficacia della spending review da parte del Governo, con tagli insufficienti, fatti male e soprattutto per i danni subìti dai cittadini in termini di tagli ai servizi, sono forse la più aperta forma di dissociazione dall’operato del Governo che sia stata compiuta da un organo istituzionale come la Corte dei conti.
La tirata di orecchi sui tagli della spesa pubblica non arriva del resto a sorpresa, in quanto sono molti tra gli osservatori ad aver notato che forse è questo il tasto più dolente del Governo Renzi nel suo operato in materia economica e sociale, cioè l’incapacità di tagliare le spese dello Stato. Ed infatti il debito è aumentato, ed anche le tasse, e ormai lo sanno anche i gatti che se non si tagliano gli sprechi non possono essere ridotte le tasse.
La Corte dei conti si limita ad osservare che la spending review è stata inefficace e troppo timida, troppo debole. E del resto in tanti, in questi ultimi anni, dai tempi di Monti a quelli di Renzi, passando da Letta, si sono scontrati contro questa inettitudine di uno Stato che accetta ogni tipo di tagli meno che i suoi.
L’Ocse rivede al ribasso le stime per l’Italia.
Il tutto mentre dall’Ocse arriva la revisione al ribasso delle previsioni di crescita economica dell’Italia, oltre che globali. Per il nostro Paese, il Pil stimato del 2016 scende di 0,4 punti percentuali, dall’1,4% all’1%, ma un taglio arriva anche sulle stime di crescita dell’economia globale, dal 3,3% al 3%, e questo in seguito alle recenti tempeste finanziarie scatenatesi sui mercati di mezzo mondo.
Dunque, le due cose messe insieme rappresentano una doppia doccia gelata per Renzi: quella della Corte dei conti, sull’incapacità del Governo di ottenere risultati positivi dai tagli della spesa pubblica, e l’altra dell’Ocse, che certifica in pratica il fallimento del Governo stesso.
Si prevedono ulteriori misure correttive, con una manovra finanziaria aggiuntiva. Il Governo è costretto a rivedere i conti pubblici e le stesse misure della Legge di Stabilità. Insomma, i primi segnali di ripresa sembrano essersi esauriti.
Tutto questo mentre a Roma si discute e si litiga da settimane sulle unioni civili…