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Tame Impala: Live @ Roundhouse (22/06/11)

Creato il 30 giugno 2011 da Figurehead @figureheadblog

Premessa: mi pare piú che giusto chiarire le mie posizioni prima di iniziare a leggere questa recensione in quanto hanno decisamente influito sull’oggettivitá razionale del pezzo.

1- I Tame Impala mi piacciono un sacco! Il loro disco, Innerspeaker, é stato uno dei miei preferiti del 2010 e sicuramente quello che ascolto di piú tutt’ora

2- I biglietti, acquistati con un ritardo mostruoso, erano per dei posti che piú lontani dal palco di cosí voleva essere fuori dall’edificio.

Dunque entriamo in quel maestoso padiglione vittoriano che é la Roundhouse e ci

Tame-Impala-live-at-roundhouse
mettiamo comodi, dopo un lite furibonda con un buttafuori ad ascoltare i Blood Red Shoes. Non pensavo fossero ancora in giro. Prodotto dell’ondata indie avevano anche scritto un paio di pezzi superiori alla media dei loro colleghi ma sempre parte della indie-mass-culture restavano. Invece ci sono ancora e suonano benissimo, sono in due ma sembrano in 5. Il batterista é veramente geniale anche se quando canta sembra un po’ Brian Molko, e la chitarrista/cantante spacca veramente. Ovviamente se ne vanno senza quasi salutare in perfetto stile teenager un po’ depresso, abbandonando la chitarra sola col suo feedback.

I Tame Impala salgono dopo una lunga attesa, sono cosí lontani che potrebbero essere chiunque ma il dubbio viene risolto appena iniziano a suonare. Dopo un breve preludio attaccano con una tripletta allucinante: Why won’t you make up your mind?, Solitude is bliss con un finale quasi slow-motion e It’s not meant to be. Qui ci mettono pure una citazione a Bonnie and Clyde di Serge Gainsbourg a cui segue senza prendere fiato Alter Ego, uno dei momenti migliori del concerto. Infatti dopo un inizio un po’ freddo ed esecutivo iniziano ad entrare in serata ed i pezzi si arricchiscono di mutazioni, distorsioni psichedeliche, variazioni sul tema e dilatazioni ipnotiche.

Infatti finora, sará stata la distanza dal palco, mi pare che i ragazzi non abbiano nemmeno preso in considerazione il suonare sul serio. Me li ricordo pochi fa allo Heaven, dove mi sembravano piú in un ambiente a loro congeniale, negli spazi ridotti la loro timidezza riusciva ad essere mascherata dalla pienezza dei loro suoni, l’esuberanza del batterista e il loro giochino che proietta cerchi verdi alimentati da microfoni scelti accuratamente da Kevin Parker, e che qui sembrava uno di quei televisori inadeguati nei bar dove la partita te la immagini solamente.

Ma la musica inizia a cambiare, e lo si capisce chiaramente sul finale di Expectation dove il giro di basso coinvolge il resto del gruppo in un crescendo delirante, una cascata di suoni come schiaffi in faccia. Anche Desire Be Desire Go viene suonata al massimo con un finale alla Jimi Hendrix Experience, con gli anni 70 che colavano dai soffitti. La vera svolta viene sancita dalla cover, la grande sorpresa del concerto. L’altra volta era stata Remember Me, poco scontata ma molto adeguata, questa volta invece si lanciano in un volo pindarico verso il trip-hop con Angel dei Massive Attack.

Da qui in poi il concerto é un delirio. Finalmente i Tame Impala si sposano con il pubblico e iniziano a farci l’amore. Loro non parlano…in tutto il concerto le frasi piú significative sono state “Holy shit! Look at this place” e le scuse in anticipo per l’assenza di bis, ma comunicano con la musica e le immagini che ignorano ogni confine tra il suono e la grafica. Io ho perso il senso del tempo e della sobrietá, stando al video completo (qui in fondo) ci sono ancora 30 minuti buoni di concerto in cui non sono nemmeno riuscito a distinguere i pezzi gli uni dagli altri, tutto fuso in una grande jam che sarebbe potuta durare ore e non si sarebbe lamentato nessuno.

Per concludere ottimo concerto, ripeto che questa é una delle band migliori dei nostri tempi e che ancora ha espresso poco, quasi nulla e che ha nel suo frontman Parker (che ha scritto e registrato quasi tutto) un genio di rara bellezza.

Ecco il video intero del concerto…almeno finché la polizia non lo rimuove, e pure la setlist anche se dopo Jeremy’s Storm mi sono dovuto fidare di quello che ho trovato in rete.

1. Why won’t you make up your mind?
2. Solitude is bliss
3. It’s not meant to be
4. Bonnie and Clyde (Serge Gainsbourg)
5. Alter Ego
6. Expectation
7. Desire be desire go
8. Angel (Massive Attack)
9. Jeremy’s Storm
10. Lucidity
11 – Runway, City, Houses, Clouds
12 – Half Full Glass of Wine/Skeleton Dance

Videos by: monkeyman1928


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