Magazine Famiglia
Ma non sempre le cose vanno come uno le immagina.Mi sono messa in contatto con la sede provinciale più vicina a me, che ho scoperto essere proprio a Foggia, ho conosciuto la Dr.ssa De Trino, che da anni si occupa di prevenzione e sensibilizzazione e abbiamo pianificato l'incontro che si è tenuto ieri. Ho tappezzato il paese di manifesti, dalle scuole agli studi medici, i bar i negozi di alimentari e non. Ho invitato un invito personale a tutte le associate e all'amministrazione comunale nello specifico alle donne, ho informato la qualunque, perché ci tenevo, perché mi sembrava un ottima occasione per parlare di noi, di quello che volgiamo di quello che valiamo, di dove vogliamo andare e che in modo ci vogliamo arrivare, di essere protagoniste per una sera, per un giorno, istituzionalmente dedicato a noi. Ieri mattina ho lasciato la Princi all'asilo e con un altra socia sono corsa ad organizzare la sala per la conferenza. Abbiamo allineato sedie, predisposto tavoli e acqua per gli ospiti, organizzato l'angolo buffet e sistemato impianto audio e luci. Poi sono corsa a casa e mi sono messa a i fornelli, per preparare l'aperitivo che avremmo poi offerto a tutte le partecipanti, come me anche le altre socie hanno cucinato e preparato per tutta la mattinata, perché in cassa non ci sono soldi ma ci sembrava carino offrire qualcosa a chi ci avrebbe sostenuto con la sua presenza. Pizza, rustici, tartine, crostate, torta, cocktail (che doveva essere rosa ma non abbiamo trovato il pompelmo rosa) e spumante per festeggiare. Ieri pomeriggio alle 17:00 era tutto pronto, era tutto perfetto. Tutto curato nel dettaglio.Eravamo pronte ad accogliere, a festeggiare a celebrarci.Ma non è arrivato nessuno.O meglio è arrivato qualcuno, diciamo il gruppo di sostegno, le solite note e basta. Che meno male che ci sono. che poi i medici sono arrivati tardi e poi hanno avuto problemi con il proiettore e un paio che erano venute incuriosite sono andate via spazientite mentre risolvevamo l'intoppo, mentre collegavo e scollegavo cavi sotto i tavoli e spostavo pc come se nulla fosse e così siamo rimaste quattro gatte a fare domande alla dot.ssa come a scuola ad ascoltare il suo discorso sui tumori della donna che affonda le radici persino nell'arte. Affascinata dalla storia della Fornarina di Raffaello dapprima dipinta a seno nudo, poi con un seno coperto perché affetto da tumore. Fortemente soddisfatta dai contenuti ma altrettanto rattristata dalla mancanza di partecipazione.Che va tutto bene se si balla si canta e si festeggia, appena la cultura si alza un po', il deserto.Demotivata e sconsolata, così mi sono sentita davanti al muro di gomma contro cui sbatto ogni volta che cerco di proporre qualcosa di innovativo, non so se chiamarla ignoranza o insensibilità o semplicemente mancanza di interesse, voglia di non impegnarsi e vivere così come viene, senza farsi troppe domande, senza farsi troppi problemi, senza sapere, preferendo rimanersene a casa o a ballare davanti ad uno spogliarellista.A allora mi domando se mi conviene ancora andare avanti, e per andare dove poi, che per migliorarsi bisogna volerlo ma non basto da sola, non bastiamo in quattro, sei, otto. Che me ne stavo tanto bene da sola a casa a pensare ai cavoli miei invece di sbattermi a destra e sinistra per gente che nemmeno apprezza. Che ieri sera sono finita stesa a letto per i dolori alla pancia dopo le contorsioni sotto i tavoli e la giornata sempre in piedi a fare di tutto, che non riuscivo più a starci nemmeno in piedi e non dicevo una parola e mi davo da fare e per chi?Non cerco lodi e congratulazioni, non mi servono e non le voglio, volevo solo provare a risollevare un po' di coscienza civica, di cultura personale, di interesse sociale, ma quanto mi deve costare ancora. Il gioco vale ancora la candela? Non lo so più e penso.
ps: comunque ringrazio chi c'era e ci ha spronato ad andare avanti, lo stesso.
Song: Baustelle - gli spietati
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