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Tanzania/ Arriva la pensione per gli anziani

Creato il 20 maggio 2011 da Marianna06

Ecco cosa era la Tanzania appena trent'anni fa.

Lo racconta, e con dovizia di particolari, Jean Marie Lassausse, missionario de la Mission de France e autore del bellissimo libro "Il giardiniere di Tibhirine", la località algerina, che è terra di martiri cristiani, sette monaci cistercensi uccisi da fondamentalisti islamici nel '96, di cui attualmente Lassausse è custode della memoria.

Padre Jean Marie ha , infatti, iniziato la sua vita di missione proprio in Tanzania negli anni '80.

Un Paese prevalentemente contadino-egli precisa- ma di un'agricoltura  davvero molto povera.

Un'agricoltura, che non conosceva l'utilizzo degli animali da traino, che sarebbero potuti servire invece ad alleviare la fatica e, al tempo stesso, ad aumentare la produzione ai contadini.

Ma Julius Nyerere, presidente del Tanzania subito dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna, raggiunta nel 1961, trasformò  per gradi, pole pole appunto ,questo Paese sia sotto l'aspetto politico che sociale ed economico grazie sopratutto all'introduzione del concetto d'Ujamaa ovvero di famiglia estesa.

Un concetto, un ibrido tra marxismo, cristianesimo e tradizione africana, che calzava a pennello per l'Africa.

Esso significa che ogni persona in Tanzania è ciò che è grazie alla comunità in cui vive.

"Io sono perché noi siamo".

Quindi in un villaggio "ujamaa" la solidarietà, la condivisione, erano d'obbligo.

 Allora di sicuro.

 E, per certi versi, nel mondo rurale del Tanzania lo sono per costumanza anche oggi.

Trent'anni ,in Africa ,possono essere sul serio tanti, sotto il profilo del "balzo in avanti".

 E le cittadine del Tanzania,  certamente più dei villaggi rurali,dove permangono ancora oggi purtroppo sacche di povertà, sono divenute attualmente, con il trascorrere del tempo e l'impegno costante, in effetti delle realtà operose e dignitose.

Ci sono cantine sociali per la produzione di vino ,proprio nella zona di Dodoma, la nuova capitale, che sorge a parecchi metri d'altitudine.

C'è produzione di ortaggi e legumi,che vengono inscatolati e venduti sul mercato interno africano,  e che danno così vita all'agro-alimentare.

Non mancano, per tornare alle bevande, i birrifici.

E poi c'è il turismo per stranieri e non solo, che si è sviluppato moltissimo con residenze, che molto poco hanno da invidiare agli alberghi occidentali.

Sopratutto però il merito degli anni dell'Ujamaa è stato quello  della scolarizzazione diffusa,l'abbattimento definitivo del "muro" dell'analfabetismo, che si traduce attualmente in competenze valide da spendere per i tanzaniani specie nel terziario.

E poi ancora  la convivenza pacifica tra gli abitanti sia pure appartenenti a confessioni religiose differenti.

La Tanzania è, infatti, un Paese musulmano ma molto tollerante.

L'attuale presidente ,Kikwete(foto in basso), da poco rieletto, ad esempio è un musulmano.

Ebbene, di progresso in progresso, anche in Tanzania si è giunti ,ai nostri giorni, al concetto di tutela sociale per gli anziani.

Pertanto, a breve, tutti i cittadini potranno avere la pensione di anzianità, una volta raggiunto il sessantesimo anno di età, al termine della propria attività lavorativa.

Questa decisione dell'esecutivo è stata presa dopo uno studio condotto dal ministero  del Lavoro e dell'Occupazione.

L'erogazione della pensione dovrebbe riguardare almeno due milioni di tanzaniani.

Certamente l'approvazione finale spetta al Parlamento ma, a detta del segretario generale del Ministero del Lavoro, non ci dovrebbero essere intralci.

Gradualmente insomma tutti i cittadini del Tanzania saranno tutelati nella loro età avanzata e questo mi sembra un segno di grande civiltà e di rispetto per la persona.

Anche perché i politici del Tanzania non sono affatto scevri dalle accuse di corruzione politica.

Almeno a leggere certi giornali locali.

Quindi partiti e sindacati non stanno affatto a guardare quanto piuttosto fanno sentire la propria voce, nonostante tutto.

E questo è un grande bene.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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