Pubblicato da Vittoria L. A.
Cari lettori, puntuali come un orologio Svizzero, siamo tornati con questa terza tappa dello speciale su Jean M. Auel e la sua saga de “I Figli della Terra”. Oggi perleremo del terzo capitolo “Gli Eletti di Mut”, libro che segna il giro di boa, portandoci a metà del nostro percorso. Vi anticipo che, il giorno 9 Febbraio, data di uscita del nuovo “La Terra delle Caverne Dipinte” e tappa finale del nostro speciale, ci sarà per voi una bella sorpresa, un’occasione per gli appassionati che da anni seguono Ayla, naturalmente declinata nel modo originale che ormai contraddistingue Diario. Non avete idea di cosa io stia parlando? Non preoccupatevi tutto si farà più chiaro man mano che andremo avanti. Iniziamo dunque a parlare de “Gli Eletti di Mut”, pubblicato per la prima volta nel 1982, ma arrivato in Italia per Longanesi solo nel 1986
GLI ELETTI DI MUT
(The Mammoth Hunters)
Attraverso gli spazi sconfinati dell'Europa preistorica, continua l'epico viaggio di Ayla. Non più sola, ma insieme con Giondalar, suo coraggioso compagno, Ayla si unisce ai cacciatori di Mammut. E'questa la sua gente? Il loro linguaggio è strano, i loro costumi sono diversi; Ayla è pronta a misurarsi con nuove situazioni ma deve ancora sopportare l'amaro sapore della diffidenza e dell'emarginazione. Il viaggio di Ayla non è ancora finito, la sua ansia di conoscenza la spinge verso luoghi sconosciuti dove si prepara il destino dell'umanità.
Ecco cosa si dice del libro sul sito di Jean Auel: (traduzione a cura di Valentina Bettio, fatta in esclusiva per Diario di Pensieri Persi)
I cacciatori di Mammoth
Terzo libro della Saga dei Figli della Terra
"Vivace e interessante."— Washington Post Book World
L’epico viaggio iniziato non il Clan dell’Orso delle Caverne, ha visto proseguire nella Valle dei Cavalli questa splendida e vivida avventura. Ancora una volta Jean M. Auel apre le porte ad un tempo da lungo passato, per rivelare un’era di meraviglie e pericoli che risale agli albori della razza umana. Cavalcando un cavallo di nome Hinni accompagnata da Giondalar, l’uomo che ha salvato dopo che era stato ferito da un leone delle caverne e che ha imparato ad amare, Ayla giunge alla terra dei Mamutoi – i Cacciatori di Mammoth. Ha finalmente trovato il popolo che le persone del Clan chiamano “Gli Altri”, le persone che le somigliano. Sebbene debba imparare le loro usanze e il loro linguaggio, Ayla viene adottata in virtù della sua notevole abilità nella caccia, della sua singolare abilità di guaritrice e della sua sorprendente abilità di accendere un fuoco. Portando con sé il cucciolo orfano di un lupo solitario che ha ucciso, Ayla stupisce i Mamutoi, dimostrando di essere in grado di domare gli animali. Anche se deve ancora fare i conti con alcuni pregiudizi legati al fatto che ha vissuto la propria infanzia con il Clan – i cui componenti vengono detti “Testa Piatta” – Ayla, alla fine, trova delle amiche ed inizia a lasciarsi alle spalle le sofferenze del passato.
Diventando sempre più parte della società del Mamutoi, Ayla incontra Ranec, il maestro intagliatore di avorio dalla pelle scura. La ragazza se ne infatua e la sua passione per questo nuovo uomo rende Giondalar ferocemente geloso, inducendolo a decide di ignorarla per ripagarla del suo comportamento. A causa dei suoi trascorsi con il Clan, il comportamento di Giondalar la confonde: Ayla scambia la sua rabbia e il suo dolore per indifferenza e si interessa ancora di più al carismatico Ranec. Per tutto l’inverno Ayla rimane con i Mamutoi, mentre Giondalar continua a rimuginare sulla propria delusione. Torna di nuovo l’estate e, siccome si sta avvicinando la grande caccia al Mammoth accompagnata dal rito Matrimoniale annuale, Ayla può finalmente scegliere: restare con i Mamutoi, che sono ormai diventati amici, e sposarsi con Ranec o scegliere Giondalar, lasciando questo rifugio per le traversie di un viaggio verso la sua casa, da cui la separano molte miglia e molte avventure.
“<<Va tutto bene, Ayla. Sono Mamutoi, significa ‘cacciatori di mammut’ , te l’avevo detto? Credono che lo siamo anche noi, dato che portiamo il loro costume.>> Quando il gruppo fu più vicino, Ayla si girò verso Giondalar, il volto pieno di meraviglia.
<< Stanno sorridendo, Giondalar>>, disse <<Sorridono a me!>>”
E’ con questa tenera scena che avevamo lasciato Ayla: di fronte alle prime persone degli Altri che incontra dopo Giondalar, meravigliata per il sorriso che le rivolgono. Finalmente scopriremo, insieme alla nostra protagonista, quali sono gli usi e costumi di questo popolo, quali le differenze o le somiglianze con quelle del Clan dell’Orso delle Caverne. Nonostante i racconti di Giondalar, è la prima volta che possiamo “vedere con i nostri occhi” cosa c’è oltre “La Valle dei Cavalli”.
Inutile dire che questa donna bellissima, che parla con i cavalli, desterà subito curiosità, ma anche qualche malevolo chiacchiericcio. Ayla, però, dimostrerà le sue doti di adattamento e comunicazione, aprendo sé stessa e condividendo il suo sapere con questi “Altri” che tanto le assomigliano.
Inaspettato e al contempo doloroso e piacevole, sarà l’incontro con un bambino di “Spiriti Misti”: Rideg. Incompreso perché incapace di parlare, a volte scansato e deriso perché fondamentalmente diverso, Rideg non è altro che un bambino nato dall’unione di una donna del Clan e un uomo degli Altri. Certo non un rapporto consenziente, ma che ha dato un frutto che non appartiene interamente ne all’uno ne all’altro mondo. Rideg non ha la capacità di parlare, solo perché la conformazione della sua bocca non glielo consente, ma in lui stanno dormienti le memorie e il sapere delle generazione passate del Clan. Sarà quindi facile imparare il linguaggio dei segni che Ayla userà per comunicare con lui.
Ma in questo secondo capitolo, saranno molti gli incontri che segneranno la giovane donna: il Mamut per primo, che le ricorderà l’anziano Creb e che la guiderà nello studio e nel controllo dei suoi poteri di “viaggio e visione”. Ma l’altro uomo che avrà un ruolo significativo in questa avventura, sarà Ranec:
“L’uomo era marrone! Il colore della sua pelle era di un marrone scuro. Si avvicinava al colore del mantello di Vento, che era piuttosto raro per un cavallo. Nessuno dei due aveva mai visto una persona con la pelle marrone. I suoi capelli erano neri, con ricci ispidi e fitti che formavano un casco lanoso come la pelliccia di un muflone nero. Anche i suoi occhi erano neri e in essi brillava l’allegria mentre sorrideva, mostrando splendenti denti bianchi e una lingua rosa che contrastava con la pelle scura. Sapeva far colpo quando gli stranieri lo vedevano per la prima volta e la cosa lo divertiva. Sotto altri aspetti era un uomo perfettamente normale, di statura media, poco più alto di Ayla, e di corporatura regolare. Ma una prorompente vigoria, pur nei movimenti composti, e una serena fiducia nelle proprie capacità facevano pensare ad un uomo che sa quel che vuole e che non arretra di fronte a nulla.”
Perticolare, unico, diverso. Proprio come lei. Il fascino magnetico che eserciterà su Ayla, la farà sentire strana e confusa, come una ragazzina che per la prima volta scopre l’effetto che fa essere oggetto dell’interesse di qualcuno. Ma il nero intagliatore, scatenerà una potente gelosia in Giondalar, abituato ad avere sempre donne incantate dai suoi occhi azzurri, che non guardavano altri che lui. Per la prima volta si sentirà insicuro. Ma un’altro sentimento lo renderà cieco e schivo: la vergogna. Vergogna per il passato di Ayla, per il suo aver avuto un figlio dai Testapiatta, per il suo difendere a spada tratta il modo e gli usi della gente che l’ha raccolta e cresciuta. Vergogna per lei ma anche per se stesso, perché Giondalar vorrebbe essere superiore ai pregiudizi e aperto alle altre culture.
Un triangolo amoroso che aggiungerà un pò di pepe alla storia d’amore, che tra malintesi, litigi e incomprensioni varie farà sospirare i cuori più romantici. Ma “Gli eletti di Mut” non è solo questo. Un nuovo membro della famiglia di Ayla arriverà uggiolando: un lupo. Come negli altri casi, la ragazza sarà costretta, per difendersi, ad ucciderne la madre, ma non avrà cuore di abbandonare il cucciolo alla gelida morsa invernale. Un nuovo elemento andrà quindi a far compagnia ad Hinni e Vento. Per restare in argomento animali, sarà piacevole la breve ma intensa apparizione di Piccolo che creerà scompiglio e paura tra i Mamutoi. CURIOSITA’ L’estratto di oggi è stato tradotto in esclusiva per Diario di Pensieri Persi da una delle new entry del blog, Alessia Barbaresi. Questo particolare extra ci propone una carrellata sui personaggi della saga, ponendo l’accento sul legame con la storia, cioè con i ritrovamenti di resti o reperti archeologici, che hanno ispirato l’autrice per quel particolare personaggio. Ad esempio, Giondalar è basato su uno scheletro ritrovato a Cro-Magnon che risultava essere molto alto, all’incirca 1,82. Come nella migliore letteraria, la Auel, però, si è presa la licenza poetica per renderlo un pò più alto della realtà, circa 1,86.
Prima di scrivere la serie “I figli della Terra”, la scrittrice Jean M. Auel ha condotto un intenso di lavoro di ricerca, che l’ha portata a imparare tutto quello che poteva su “pietre e ossa”. Tuttavia, "il tentativo di rappresentare la cultura degli uomini primitivi è stato un bel problema, che mi ha messa davanti a diverse scelte difficili. I reperti archeologici ci danno solo una vaga idea di quelle che potevano essere le attività quotidiane dell’epoca o di come le persone erano abituate a comportarsi”, afferma l’autrice. Scoprite di più su come l’autrice ha trovato l’ispirazione per i personaggi principali della serie “I figli della Terra”, dal Clan dell’Orso delle Caverne fino a “La terra delle Caverne Dipinte”.
AYLA“Ayla faceva parte dell’idea originaria”. Ayla è una Cro-Magnon e da quelli del Clan viene chiamata “Gli Altri”. A causa di un devastante terremoto, la piccola Ayla resta orfana all’età di cinque anni e viene accolta dal Clan dell’Orso delle Caverne. Il prototipo di Ayla è uno scheletro di circa un metro e ottanta di altezza, ritrovato a Cro-Magnon, in Francia. Le sue fattezze - capelli biondi, occhi azzurri, figura snella sono tratti comuni tra i Cro-Magnon - apparivano piuttosto strane e prive di attrattiva agli occhi dei Neanderthal che l’avevano adottata. La spiccata intelligenza di Ayla, in particolare la grande padronanza che ha della medicina allora conosciuta e dell’uso delle erbe medicinali, la creatività pragmatica e il suo modo istintivo di rapportarsi agli animali, l’aiutano a sopravvivere alla vita da emarginata che è costretta a condurre. L’autrice, Jean Auel, è convinta che la duttilità della sua eroina e quella sua moderna sicurezza di sé siano in realtà qualità che anche i nostri antenati dovevano possedere per poter sopravvivere in quello che all’epoca era sicuramente un mondo ostile.
DURC Durc è il figlio che Ayla dà alla luce mentre vive ancora tra la gente del Clan. Durc è un mezzo sangue: è uno degli “Altri” ma allo stesso tempo è uno del Clan. Suo padre, Broud, figlio violento del capo del Clan, stupra ripetutamente Ayla. Durc presenta tutte le caratteristiche fisiche dei Neanderthal del Clan e degli Zelandoni: come Ayla, è in grado di vocalizzare. Sebbene l’incrocio tra i Neanderthal e altri tipi di uomini primitivi sia ancora argomento di dibattito tra molti scienziati, i resti umani rinvenuti in diversi siti archeologici testimoniano che poteva accedere. Il destino di Durc è indissolubilmente legato al Clan. Ayla lascia il Clan e suo figlio quando viene cacciata e condannata a morte per la seconda volta per aver disubbidito a Broud, diventato capo del Clan. I lettori di tutto il mondo hanno espresso il desiderio di sapere cosa il destino ha in serbo per Durc.
GIONDALAR“Mi sono presa una piccola licenza poetica…” Il personaggio di Giondalar si basa sui resti di uno scheletro ritrovato a Cro-Magnon. L’autrice ha però reso Giondalar un po’ più alto. Infatti, lo scheletro ritrovato è alto circa 1.82, mentre Giondalar è alto quasi 1.86. Giondalar è molto abile nel creare strumenti di lavoro e la sua inventiva è pari solo a quella di Ayla. Ha i tratti caratteristici degli Zelandoni: capelli biondi e penetranti occhi azzurri. La forza che permea il suo carattere in tutta la serie de “I figli della Terra” è, secondo l’autrice, un tratto tipico dei nostri antenati.
IZA“Un attento esame dei reperti archeologici mi ha rivelato che l’umanità intera è compassinevole, cuoriosa e piena di inventiva”. Iza è una guaritrice che sfida i pregiudizi del Clan quando decide di prendere con sé la piccola Ayla rimasta orfana. Gli archeologi hanno ritrovato lo scheletro di una donna Neanderthal nei pressi di Shanidar, in Iraq. Questa donna, nota come Shanidar IV, fu sepolta insieme a fiori e a erbe medicinali, usate all’epoca proprio a scopo medico. L’autrice crede che questo potrebbe significare che anche nelle società primitive la capacità di guarire le malattie era molto rispettata. Iza è una figura femminile speciale, sotto diversi punti di vista; diventa la prima maestra di Ayla e il primo modello di donna a cui lei si ispira.
RANEC“Ma allora esisti davvero!” Ranec è un mezzo Mamutoi, un maestro artigiano decisamente carismatico che Ayla trova molto attraente. È il primo “Altro” con la pelle scura che i lettori incontrano nella serie “I figli della Terra”. Ranec è alto come tutti gli “Altri”, ma il colore della sua pelle e alcuni suoi tratti somatici sono diversi. È un mezzo-negroide. Suo padre, Wymez, fratello della compagna del capo del Campo dei Mamutoi, ha compiuto un lungo viaggio negli anni della sua giovinezza. In questo periodo incontra una donna africana con cui genera un figlio. Durante il viaggio di ritorno, la donna muore a causa di una tempesta che rovescia l’imbarcazione su cui viaggiavano attraversando lo stretto di Gibilterra. Wymez porta suo figlio con sé, tra la sua gente, i Mamutoi. Ranec viene così cresciuto da sua zia Nezzie, sorella di Wymez. Poco dopo aver finito di scrivere “I Cacciatori di Mammut” l’autrice viene a sapere del ritrovamento di uno scheletro maschile nei pressi del sito archeologico di Kostienki (chiamato il campo dei Leoni). Gli scienziati affermano che deve trattarsi di un esemplare maschile per metà caucasico e per metà negroide. “È stato un po’ spettrale scoprire che Ranec, un personaggio nato dalla mia fantasia sulla base di qualche ragionamento fatto su dati storici, in realtà è esistito davvero; ed è stato divertente rendersi conto che era stato pubblicato nel mio primo libro”, racconta l’autrice.
ZOLENA “Anche allora, proprio come oggi, c’erano persone magre e persone più grasse”. Zolena è la prima del popolo della Nona Caverna degli Zelandoni. Ma prima di diventare così importante, i lettori l’hanno conosciuta come Zolena degli Zelandoni, la donna che fece conoscere il sesso a Giondalar e per la quale lui sviluppò un’ossessione giudicata negativamente dal suo popolo. Proprio per liberarsi da questa ossessione Giondalar intraprese con suo fratello Thonolan il viaggio descritto ne “La Valle dei Cavalli”. Il personaggio di Zolena si ispira alla famosa statuetta ritrovata dagli archeologi conosciuta come “Venere di Willendorf”
CREB “Ho trovato il mio personaggio.” Creb è un Neanderthal ed è conosciuto come il Mog-ur del Clan della Caverna dell’Orso. Il Mog-ur è una sorta di mago o shamano. La scrittrice ha pensato al personaggio di Creb fin da subito. Doveva essere un uomo anziano, con un braccio storpio, che avrebbe avuto il compito di aiutare e proteggere Ayla negli anni dell’infanzia. Avendolo immaginato in modo così preciso, l’autrice si è sentita quasi premiata quando venne sapere del ritrovamento di uno scheletro maschile nei pressi di Shanidar in Iraq. Lo scheletro in questione, noto come Shanida I, sembra essere di un uomo anziano, che ha vissuto con un braccio amputato, una gamba storpia, e pare fosse anche cieco da un occhio. La Auel ha immaginato una società complessa, una società che ha saputo farsi carico di uno storpio prendendosi cura di lui, accettandolo e mostrandogli rispetto.
Anche oggi siamo arrivati a fine post. Eccoci al giro di boa, dunque, perché domani sarà la volta del quarto libro della serie: “Le Pianure di Passaggio”. Un capitolo, proprio come dice il titolo, di passaggio che da molti è stato considerato il più noioso della saga, mentre da altri è stato elogiato come il più ricco per descrizioni, visioni e colori. Vi aspetto quindi domani, per approfondire l’argomento e per scoprirne altri segreti, sempre su Diario di Pensieri Persi. Voglio ricordarvi inoltre, che lo speciale si concluderà Giovedì 9 Febbraio, con un ultimo post ricco di... regali! Stay Tuned!