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Tasse italiane, siamo primi per le più assurde e incredibili

Creato il 01 aprile 2015 da Mrinvest

Come tutti sanno, il nostro Paese ha diversi primati in molti campi e settori, tra cui purtroppo anche quello delle tasse italiane tra le più incredibilmente assurde.

tasse italianeSiamo tra i Paesi al mondo dove il carico fiscale è più alto, sia a livello nazionale sia a livello locale. Le norme tributarie locali in vigore, secondo Confesercenti, sono oltre 62.000 e pesano veramente molto sui cittadini.

Tra contributi (che di fatto sono una tassazione occulta, perchè quando andremo in pensione quei soldi chissà se ci saranno più), IVA, accise sulla benzina, bolli, canoni e balzelli vari, imposte inserite nelle bollette di luce, acqua e gas a favore di Regioni, Province, Comuni e persino di fantomatici Enti soppressi da anni, le tasse italiane rappresentano per lo Stato una pappatoria del 60-65% del nostro reddito.

Penso che qualsiasi aliquota fiscale sopra il 30-35% complessivo sia semplicemente un furto. Ed il fatto che questo furto venga attuato “in nome della legge”, e quindi giustificato, lo rende anche più odioso.

Ma la fantasia e l’immaginazione non ha limiti, soprattutto quella dei nostri politici e politicanti, quando si tratta di “inventare” tasse italiane sempre più strane ed originali, ed ogni occasione è sempre buona per escogitare nuove imposte e tasse gravose e arbitrarie.

Le tasse italiane più assurde.

Alcune tasse sono talmente assurde da sembrare incredibili, come quella sulla raccolta dei funghi: non bastano più stivali, cestini e bastone: oggi per andare a funghi, anche su un terreno di proprietà, occorre dotarsi di un tesserino comunale che ha un costo.

Tra le tasse italiane più curiose c’è quella sulle bonifiche sulle paludi, nata nel1904 con un Regio Decreto, incredibilmente ancora oggi in vigore.

Sposarsi costa, non solo per il rinfresco, il vestito e le partecipazioni, ma anche per un corrispettivo da versare al Comune dove vengono celebrate le nozze.

E che dire della tassa sul tricolore? Ben 140 euro sono stati versati a Desio da un albergatore che si è permesso di esporre la bandiera italiana all’ingresso dell’edificio.

Si ha un’idea geniale e si vorrebbe brevettare? Prima occorre fare due conti, perchè ogni brevetto per invenzione industriale è soggetto a ben tre tasse: quella sulla domanda, quella annuale per il mantenimento del brevetto, nonchè quella per la pubblicazione a stampa delle descrizioni dei disegni.

E ancora la tassa sull’ombra che i proprietari dei negozi pagano per le tende che invadono il suolo pubblico.

O come i 35 euro che prima di morire bisogna ricordarsi di lasciare ai propri cari per il certificato di decesso che rilascerà la Asl.

In Italia non poteva mancare anche una tassa sui gradini che pagano gli esercizi commerciali, ma anche i privati cittadini che per entrare in casa invadono il suolo pubblico.

A Conegliano, ad un fisioterapista è stata recapitata una cartella esattoriale di 34 euro per una pedana per disabili che stava da dieci anni davanti al suo studio.

Ma ecco che l’elenco delle tasse italiane viene arricchito da un nuovo balzello che penalizza gravemente i gestori delle funivie: dallo scorso gennaio una sentenza della Corte Suprema di Cassazione, depositata giorni fa, ha equiparato la loro attività a quella di ogni comune commerciante. Per questo dovranno pagare ogni anno una Imu di 25mila euro per una seggiovia a sei posti e 50mila per una telecabina a otto posti, una tassa insostenibile.

E poi ci meravigliamo se cresce l’evasione fiscale.


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