Secondo quanto dichiarato in un comunicato dal Codacons, "Il marito dell'infermiera avrebbe avuto la Tbc nel 2004 e desta sconcerto che il Gemelli non abbia fatto le visite periodiche obbligatorie alla dipendente ogni anno, visto che sarebbe bastata una radiografia per verificare la presenza del morbo".
La nota Associazione dei Consumatori, che si è affidata alla consulenza tecnica del Prof. Emilio De Lipsis - primario internista ospedaliero in pensione -, ha dichiarato che il Policlinico Gemelli, nel quale l'infermiera malata ha prestato servizio presso il reparto neonatale per due anni e mezzo, avrebbe dovuto effettuare su quest'ultima controlli annuali alla luce della circostanza che il marito della stessa aveva contratto la tubercolosi nel 2004.
Inoltre, la Commissione di inchiesta nominata dalla Regione Lazio dopo che all'infermiera era stata diagnosticata la TBC, avrebbe dovuto fare effettuare controlli non soltanto sui bambini che sono stati ricoverati nel reparto neonatale, ma anche sulle mamme che hanno allattato bambini nell'asilo nido, con il rischio di contrarre il morbo.
Pertanto, il Codacons e l'Associazione Articolo 32 chiedono:
- di revocare la nomina della Commissione di inchiesta da parte della Regione Lazio per "incompatibilità all'accertamento" - quest'ultima è parte in causa nella vicenda in quanto soggetto responsabile dei danni - o, in subordine, di nominare il Prof. De Lipsis quale membro indipendente;
- di istituire un fondo di garanzia per i risarcimenti delle famiglie coinvolte;
- di sospendere cautelativamente dal servizio tutti coloro che sono coinvolti e responsabili di quanto è accaduto;
- di divulgare le generalità dell'infermiera malata o, in subordine, dei reparti nei quali ha lavorato dal 2004 ad oggi, allo scopo di consentire a chi è entrato in contatto con quest'ultima gli opportuni accertamenti clinici - la TBC ha un periodo di incubazione di 10 anni -.
Roma, 29 agosto 2011 Avv. Daniela Conte
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