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TEAM GHOST, Rituals

Creato il 26 aprile 2013 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Rituals

Ho letto una recensione in cui si facevano paragoni tra i pezzi di questo primo album dei Team Ghost di Nicolas Fromageau e quelli degli M83, dei quali Nicolas ha fatto parte fino al secondo disco, andandosene proprio mentre arrivava il successo. L’articolo sembrava teso a ridicolizzare la “sfiga” di Fromageau più che ad analizzare il contenuto di Rituals: leggere quelle righe m’è spiaciuto, perché quest’album mi ha convinto e, personalmente, la questione M83 non mi fa cambiare idea. Terminato il preambolo, partiamo dicendo che i Team Ghost arrivano dalla Francia, si sono formati nell’autunno del 2010 e sono Nicolas Fromageau (voce e chitarra), Christophe Guérin (voce e chitarra), Benoit de Villeneuve (voce, tastiera e chitarra), Félix Delacroix (batteria) e Pierre Blanc (basso). Al loro attivo hanno quattro ep, con gli ultimi due che anticipano l’album in modo più marcato. Dal punto di vista musicale, comunque, già in You Never Did Anything Wrong To Me e Celebrate What You Can’t See il mix di synth e sferzate chitarristiche era ben presente e poteva vagamente ricordare gruppi shoegaze come i Ride o Breathless (synth a parte). Rituals, rispetto alle prime uscite di tre anni fa, ha un suono più deciso e fresco, inoltre possiede una maggiore consapevolezza compositiva, anche per quanto riguarda gli arrangiamenti. Già dal brano iniziale, “Away”, l’ascoltatore è catturato dal vortice creato dall’atmosfera sintetica rarefatta dell’apertura per poi venire strattonato dalle cavalcate elettriche delle chitarre. Dodici, in totale, i pezzi: alcuni più diretti e chitarristici, come “Curtains”, “Fireworks” e “Dead Film Star” (che hanno reminiscenze di Jesus & The Mary Chain), alcuni più atmosferici e wave, come la bellissima “Things Are Sometimes Tragic” (dove percussioni quasi tribali si alternano a voci eteree, arpeggi di synth e chitarre effettate, quasi impalpabili), l’omonima “Team Ghost”, la malinconica “Broken Devices” e le sinfoniche “All We Left Behind” e “We Won’t Fall”. C’è anche spazio per un certo tipo di pop scanzonato con “Montreuil”, che ricorda un po’ i gruppi scozzesi della Postcard Records. Ottime melodie, varietà ed energia sono i punti di forza di questo debutto e tanto mi basta!

Tracklist

01. Away
02. Curtains
03. Somebody’s Watching
04. Dead Film Star
05. Things Are Sometimes Tragic
06. Broken Devices
07. All We Left Behind
08. Fireworks
09. Montreuil
10. Pleasure That Hurts
11. Team Ghost
12. We Won’t Fail

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