Come un anno fa è la bandiera a stille e strisce degli Stati Uniti a sventolare al PalaFarè di via Caravaggio a Lissone, scenario principale del Torneo Internazione JIT “Trofeo Galvi”, un appuntamento imperdibile giunto alla 22esima edizione con alcuni dei migliori talenti Under 19 del panorama italiano e internazionale. Sì perchè Team Ohio, selezione che spesso si è vista da queste parti per il fine settimana di Pasqua, ha bissato il successo di 12 mesi fa battendo in finale la Junior Casale al termine di un match equilibrato e teso, deciso solo nell’ultimo giro d’orologio. Sul podio anche la Mens Sana Basket che nella finalina per il bronzo ha travolto nettamente la Stella Azzurra Roma, terza l’anno scorso.
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Gli americani di Team Ohio, in sette – otto, contando Jared Kortsen, allenatore-giocatore – hanno vinto tutte le cinque gare per arrivare al titolo, puntando su un gruppo di ragazzi tutti tra l’1.90 e i 2.05, sulla classica fisicità e atletismo che contraddistingue le squadre d’oltreoceano, e su un paio di elementi chiave come la guardia Connor Kern, 40 punti al debutto, e Gavin Skelly, ala nominata MVP del Torneo e destinato il prossimo anno a Northwestern, importante college della Big Ten. In finale gli americani hanno dovuto faticare per battere 91-82 la Junior Casale Monferrato, arrivata alla gara per il podio alto un po’ a sorpresa. I piemontesi di coach Cardani, spinti da un superbo Federico Di Prampero, guardia nel giro della prima squadra al pari di Matteo Giovara, e dai lunghi Eric Ruiu e Luca Rattalino, hanno giocato alla pari e non sono andati troppo lontani dalla vittoria.
La finale è stata molto bella, con Casale che parte 12-2 con 10 di Di Prampero, scatenato, e poi tiene sempre la testa avanti, sfruttando la serata no al tiro di Kern. Team Ohio però con la zona, l’aggressività difensiva e le giocate dei sorprendenti Haraway e Lehmann, torna a contatto all’intervallo, 47-45. A metà terzo quarto gli americani trovano il primo vantaggio sul 56-54 ma Casale non cede, anzi, confidando anche sui problemi di falli degli avversari. Il match si decide negli ultimi 100 secondi con una penetrazione di Haraway e la bomba di Evan Bailey per l’85-80 a 39 secondi dal termine. Poi Kern, periferico ma comunque importante in finale, ruba e mette il lay up che vale la vittoria e la festa. Ottima prova anche per Jaquan Harrison, atleta fuori dal comune e infatti vincitore della gara di schiacciate, e Vic Dorsey, ala già presente nel 2013 che si è fatto sentire nei pressi del ferro su entrambi i lati con giocate decisive soprattutto nei momenti più difficili.
Nella finalina la Mens Sana Siena ha travolto 84-52 la Stella Azzurra Roma, senza il gioiellino Andrea La Torre, con la nazionale di categoria, e senza Valerio Cucci, espulso nella tesissima semifinale persa 93-91 contro Team Ohio. I ragazzi dell’Academy capitolina sono partiti male, con il solo Amar Alibegovic a segno, e un con divario di 25-7 dopo i primi dieci minuti che si è protratto per tutto il match. Siena ha giocato con un’intensità, una fisicità, una ferocia pazzesca, derivante forse dalla rabbia per aver mancato la finalissima a causa del ko nel primo turno con Casale. Roma è tornata fino a -13 all’intervallo ma nel secondo tempo non c’è più stata storia, con la Mens Sana trascinata dal fisico del pivot Marini, le triple del playmaker mancino Gianluca Della Rosa, e dai canestri dell’esterno svedese Johan Lofberg, nominato Most Complete Player, un piacere per gli occhi per come si muove e come tira, e di Lorenzo Bucarelli, guardia del 1998 e votato miglior giovane. La Stella Azzurra, anche parecchio nervosa, ha pagato la giornataccia al tiro dei vari Palsson, Giancarli e Smorto, vincitore della gara del tiro da tre punti.
Ai piedi del podio l’Armani Junior Milano di Carlo Fumagalli, playmaker con personalità e ottime di regia, quinta dopo aver battuto i lituani dell’Atletas di Kaunas mentre settima è Praga davanti al Bayern Monaco con gli interessantissimi Karim Jallow, esterno del 1997, e Richard Freudenberg, tiratore di oltre 2 metri del 1998. Chiudono la classifica, nell’ordine, Cantù, Rijeka, Toronto e Lissone.