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Teaser Tuesday (54)

Creato il 06 novembre 2012 da Anjaste @anjaste
Buon martedì sera con la Rubrica Teaser Tuesdays, ideata da MizB del Blog Should Be Reading a cui anche questo Blog aderisce.
In cosa consiste?
1. Prendi il libro che stai leggendo 2. Aprilo a una pagina a caso 3. Condividi un breve spezzone di quella pagina ("Teaser") 4. Fai attenzione a non scrivere spoilers! 5. Riporta anche il titolo e l'autore così che i tuoi lettori possano aggiungere il libro alla loro wishlist se sono rimasti colpiti dall'estratto.
Teaser Tuesday (54) Questo banner è stato realizzato da noi
Il teaser per questa settimana è tratto da:
Teaser Tuesday (54) Libba Bray La stella nera di New York The Diviners Traduzione di Donatella Rizzati Editore: Fazi Collana: Lain p. 480 ca.  17,50 euro 
Evie O’Neill, dopo aver suscitato l’ennesimo scandalo nella noiosa cittadina di provincia in cui è nata, viene spedita dai genitori a vivere nell’effervescente New York City – e la ragazza ne è entusiasta. New York è la città dei locali, del contrabbando, dello shopping e del cinema, e non passa molto che Evie stringe amicizia con irriverenti Ziegfeld girls e scapestrati ragazzi di strada. Evie però non fa conoscenza solo con le luci sfolgoranti dell’età del jazz, ma anche con gli oscuri anfratti del Museo americano del Folclore, della Superstizione e dell’Occulto, che suo zio Will Fitzgerald – presso cui abita – dirige con l’aiuto di Jericho, uno strano ragazzo sempre immerso nella lettura. E quando una serie di omicidi a sfondo esoterico e riconducibili a uno spirito che torna dal passato vengono a galla, Evie e suo zio sono chiamati a collaborare alle indagini, e sono proiettati al centro del sistema mediatico. I due si lanciano nelle ricerche, ed è allora che quel misterioso potere divinatorio che la ragazza sa di avere si rivelerà utile a catturare il killer, prima che sia troppo tardi.
«Evie si svegliò, ricacciando in gola il principio di un urlo. Il piccolo ventilatore accanto al letto ronzava, ma lei era fradicia di sudore. Con dita tremanti, cercò a tastoni l'interruttore della lampada, poi batté le palpebre per difendersi dalla luce improvvisa. La scarsa familiarità con la nuova stanza la innervosì. Aveva bisogno di respirare. Salì sulla scala antincendio e da lì, sul tetto, al fresco e all'aperto. Jericho aveva ragione, da lassù la vista era splendida. Manhattan si srotolava davanti a lei come un velluto trapunto di diamanti. Il treno sferragliava ancora sui binari, perfino a quell'ora. Anche la città era irrequieta come lei. Sul davanzale, un piccione tubò e beccò alcune briciole di pane.»

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