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Teddy Boy

Creato il 08 gennaio 2011 da Eleleo

Teddy Boy

Come vi avevo promesso (e merito anche del mio impegno nello studio di oggi) abbiamo molte, moltissime subculture giovanili di cui parlare quest’anno; sopratutto dopo che il mio fantastico fratello mi ha regalato un libro stupendo sui fenomeni di costume alternativi, che si intitola “Ribelli con Stile.un secolo di mode radicali” autore Matteo Guarnaccia. Se interessati potete trovarlo qui, visto che nelle librerie (almeno quelle torinesi) non ha molto distribuzione….

Ma bando alle ciance, il titolo del post è Teddy Boy, quindi non divaghiamo troppo!

Tutto iniziò con il regno del sovrano inglese  Edoardo VII, ricordato come un periodo di prosperità per l’Inghilterra. In questo periodo di tempo (stiamo parlando degli anni tra il 1901 e il 1910) vengono fissate le regole dell’eleganza maschile e un uomo “alla moda” deve avere abiti adatti per ogni momento della giornata; pezzi forti di questo periodo sono: la giacca a tre quarti con una sola fila di bottoni non allacciata, la cravatta nera, e pantaloni a tubo (ebbene si, lui portava gli skinny prima di noi).

Teddy Boy

Facendo un piccolo (si fa per dire) salto temporale, arriviamo alla fine della Seconda Guerra Mondiale…periodo questo non molto felice per l’Inghilterra,e l’Impero in generale,  poichè esce dal conflitto non solo distrutta ma anche con conseguente perdita di importanza a favore degli Stati Uniti.

Cosa centrerà mai tutto ciò con i nostri Teddy Boy? Ci stiamo arrivando..infatti, è proprio in questo clima triste e depresso della Londra distrutta dai bombardamenti (e in cui anche i tessuti erano razionati) che ritorna di moda lo stile Edoardiano di cui vi ho appena parlato..inizialmente però, sono i ragazzi ricchi a vestirsi cosi, ma, dopo poco tempo, i ragazzi della zona sud del tamigi iniziano a scimmiottarli e a vestirsi come loro, ed è cosi che nacquero (finalmente) i nostri Teddy Boy. Abbigliamento base del teddy boy consiste in: giacca a redingonte, di lana e lunga fino al ginocchio, a bavero stretto, con polsini e copritasche di velluto. A questo si aggiungono gli ami da pesca nascosti sotto al bavero come difesa durante le risse (giusto per farvi capire che tipetti simpatici sono); poi abbiamo camicie da cowboy con colletto rigido sollevato, cravattina a stringa fermata con un medaglione (cammeo per le ragazze), pantaloni stretti e corti per mettere bene in evidenza il calzino colorato…Le scarpe, invece, vengono dai reduci del Nord Africa: sono scamosciate, con una robusta suola di gomma, e, quando un calzolaio di londra avrà l’intuizione di fabbricarne una con una suola alta il triplo di quella normale, farà grossi affari poichè tutti l’adotteranno immediatamente. Cosa molto particolare di questo stile (sopratutto per il periodo in cui si sviluppò) è che le ragazze si vestono nello stesso modo dei maschi, cambia solo l’acconciatura: lunghe treccie acconciate sul capo per le ragazze, capelli che sfidano la gravità per i ragazzi: “i capelli lunghi, vengono scriminati dal centro della fronte fino alla nuca, vengono arrotolati da ambo le parti verso l’alto come involtini primavera, e fatti convergere a punto esterno situato a una decina di centimetri di distanza dal centro della fronte, sino a offrire l’effetto di una carenatura di una nave.A volte la prua è artificiosamente allungata con l’inserimento di un enorme bigodino nascosto tra i capelli.” (cit.)

Teddy Boy

Teddy Boy

Di questo stile mi piace molto lo stile delle ragazze, sopratutto quella della foto grande: le ruberei immediatamente le scarpe! A ciò aggiungete che mi piace molto l’idea di riproporre lo stile edoardiano e che ovunque ci sia un cammeo ci sono io! Mi piace un pò meno la loro aggressività e il loro essere attaccabrighe, e mi piace ancora meno (anzi non mi piace per nulla) la loro xenofobia e il loro razzismo, tutti questi aspetti porteranno alla rivolta di Notting Hill, che vedrà il declino dei Teddy Boy a favore di altre subculture, fatta eccezione per un revival negli anni 70  per la riscoperta della musica rockabilly.

Spero che questo piccolo viaggetto nella Londra anni 50 vi sia piaciuto, appuntamento al prossimo post, e , perchè no, una buonanotte a chiunque ci stia leggendo (qualunque giorno o ora sia).

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