" (...) Nel primo volume dei Parerga und Paralipomena rilessi che tutti i fatti che possono accadere a un uomo, dall'istante della sua nascita a quello della sua morte, sono stati preordinati da lui. Cosi, ogni negligenza è deliberata, ogni incontro casuale un appuntamento, ogni umiliazione una penitenza, ogni insuccesso una misteriosa vittoria, ogni morte un suicidio. Non c'è consolazione più abile del pensiero che abbiamo scelto le nostre disgrazie; una tale teleologia individuale ci rivela un ordine segreto e prodigiosamente ci confonde con la divinità. Quale ignorato proposito (mi chiesi) mi aveva fatto scegliere quella sera, quelle pallottole e quella mutilazione? Non il timore della guerra, ne ero certo; qualcosa di più profondo. Alla fine credetti di capire. Morire per una religione è più semplice che viverla con pienezza; lottare in Efeso contro le fiere è meno duro (migliaia di martiri oscuri lo fecero) che essere Paolo, servo di Gesù Cristo; un atto è meno che tutte le ore d'un uomo. La battaglia e la gloria sono cose facili; più ardua dell'impresa di Napoleone fu quella di Raskolnikov. Il sette febbraio del 1941 fui nominato vicedirettore del campo di concentramento di Tarnowitz. (...) "
- Jorge Luis Borges - da "Requiem tedesco" -