La Iena ridens, ridente carnivoro della savana africana, di cui tutti parlano in termini negativi, ce ne fosse uno che ne parli bene. A cosa deve la Iena ridens la sua fama di essere vorace e maleducato?, sicuramente ai documentari che finora sono stati mandati in onda dalle emittenti televisive di tutto il mondo, che la mostrano sgraziata zoppicante e puzzolente, contendersi le carogne con gli altri componenti del branco e alcune volte addirittura con i leoni.Tutto ciò non può fare bene a un animale che, anche nel suo aspetto ripugnante e nei suoi comportamenti da cafone, è pur sempre un mammifero e, come tale, vive teneri momenti di maternità tali e quali a tutte le mamme del mondo.La Iena ridens è famosa nel mondo soprattutto per la sua caratteristica più evidente, che è quella di ridere, non riesce a trattenere le risate, a volte ride fuori luogo, spesso questa caratteristica le fa anche fare delle figuracce, ai funerali, per esempio.Diversi studiosi del riso hanno scelto come oggetto di studio proprio il verso ridacchiante della Iena ridens, hanno dovuto necessariamente escludere la cugina Iena lacrimosa, e la sottospecie Iena sorridens, per la risata poco significativa e spesso sporcata da singhiozzi o ghigni, la risata della Iena ridens è indubbiamente quella che negli ambienti scientifici si definisce una bella risata grassa.Gli articoli pubblicati nel corso dell’ultimo quinquennio potrebbero sembrare in controtendenza all’andamento generale della ricerca. Con la crisi attuale, l’argomento affrontato, il riso, non è ciò di cui la grande maggioranza dei ricercatori si sta occupando.
Piuttosto si sperimentano nuovi sistemi per l’assimilazione delle sostanze non commestibili o la messa a punto di nuove tecnologie per la produzione di carburante dalla cacca umana, superconduttori per super-reality, a nessuno viene in mente che ridere è una delle azioni che allungano la vita e mantengono il fisico e lo spirito in ottima forma. Dalla notte dei tempi, Ii riso mantiene in buona salute più di metà della popolazione terrestre.Una prova lampante è data dalla spontaneità con cui i bambini ridono, anche in assenza di motivazioni evidenti, basta far loro cucù dietro il palmo della mano.Esperimenti sul campo hanno dimostrato come sia possibile, sia pur con enormi difficoltà tecniche, somministrare dosi di solletico a esemplari cuccioli di Iena ridens, ottenendo in cambio risate perfettamente compiute, che contribuiscono a una crescita sana ed equilibrata. L’uso del solletico per la provocazione del riso è praticato nelle Iene sin dai primi giorni, spesso la madre, e qui entrano in ballo le cure parentali, ricorre a oggetti esterni, tipo ciuffi di pelo di gnu o piume di marabu, allo scopo di stimolare meglio i propri piccoli. Sappiamo che una sana risata vale molto più di una grossa mangiata, per questo motivo si ritiene che le iene adottino questo sistema in tempi di particolare penuria di carogne.Nel bambino di uomo, questo metodo è sovrautilizzato, spesso da tutti i parenti a turno, questo stimola troppo il soggetto che, in un primo momento ride di gusto, poi comincia a infastidirsi, e alla fine si rompe i coglioncini ed esplode in un urlo selvaggio.Poi sulla pancia delle piccole iene è stata notata la presenza di una forma di dermatite che sembrerebbe collegata con l’abitudine del solletico, a forza di ridere e ridere, agli animali finiscono per distrarsi le difese immunitarie, proprio quello che i funghi della pelle aspettano per tutto il tempo, questo tempo è molto variabile, dipende dall’umore e dalla predisposizione individuale, ma il fungo è paziente e sa che alla fine la porta si aprirà, le armate di guardia saranno stravaccate per terra a tenersi la pancia per le risate, e loro, i funghi, potranno penetrare e godersela.Risultato: arrossamento, screpolature, prurito, e soprattutto un senso di solletico talmente forte che il soggetto colpito non potrà fare a meno di ridere. Le conseguenze sono tanto prevedibili quanto nefaste, come una iena che si morde la coda, la iena con la dermatite da riso non fa altro che ridere dalla mattina alla sera, con questo atteggiamento, oltre che apparire sciocca ed eccessiva agli occhi delle compagne, non fa altro che peggiorare la situazione.Inutile qualsiasi tipo di applicazione perché tanto la iena quando ride ride e niente la può convincere a smettere, alcune volte gli animali alleviano questi sintomi con un uso massiccio di pomata cortisonica, ma cosa volete che ne capiscano di cortisone un branco di canidi ridanciani spolpatori di carogne.Se, per un caso fortuito, un cucciolo di iena venisse in contatto con un cucciolo di uomo, quest’ultimo ne verrebbe contagiato irrimediabilmente e da quel momento in avanti terrebbe svegli i genitori e tutti gli abitanti del condominio. Ma non c’è da preoccuparsi, perché il creatore, in fase di modellazione dei diorama naturalistici, ha previsto con grande lungimiranza di mantenere lontane le due specie, una abita la savana e l’altra ha colonizzato il resto del mondo. La dermatite da solletico viene così mantenuta sotto controllo, la sua diffusione è impedita dalle distanze sociali e geografiche che dividono la Iena ridens e l’Homo sapiens.È rarissimo quindi, anzi è impossibile che essi si frequentino in natura, tranne che in occasione dei raduni biennali clandestini dei solleticatori, feste pagane notturne non autorizzate, durante le quali il vino scorre a fiumi e c’è riso a volontà per tutti.Dobbiamo aggiungere, per dovere di cronaca, che purtroppo, nonostante gli sforzi, per colpa di questa promiscuità reiterata non si riuscirà mai a debellare la dermatite da solletico.
Raimondo Quagliana