Svolgimento
Era l'attrazione del momento in città: piccola, magra, nera di occhi, dai capelli bruni e impomatati, così aderenti che parevano inverniciarle il capo, divisi ad una tempia da una riga maschile. Era ventriloqua. Tra lo stupore di un pubblico sempre crescente, faceva parlare uno alla volta dei manichini disposti su delle sedie come canne di un organo.Era ben voluta nella compagnia di artisti che aveva giro nello stesso locale. Il presentatore, che era anche capocomico e badava alle paghe di tutti, trovava per lei ogni sera parole sempre più cariche di sensazionalismo. Più pubblico c'era, e soddisfatto, più avrebbe avuto di che dividere coi suoi artisti. Tra tutti, l'unico che le stava alla larga era il paffuto cantante d'arie. Un uomo dall'età indefinita, con la testa ancora piena di ricci ma un volto che tradiva una certa passione per gli alcolici. Non lo faceva che per paura. Trovava spaventoso il mostrare di sentirsi attratto fisicamente da lei. Aveva preso a far sogni arditi, ad eccitarsi nel sentirla esibirsi, mentre lui da dietro la prendeva per non gravarle col suo peso proprio sullo sterno e lo stomaco, impedendo così a tutte le voci che poteva produrre di far compagnia alla sua lussuria. Una sera, dopo lo spettacolo, attese che tutti si fossero cambiati e fossero usciti dal caffè. Raggiunse la ventriloqua in camerino e la sorprese mettendole una mano sulla bocca. Lei, spinta al muro, non potè che opporre poca resistenza. Sentiva di non essere in grado di far nulla contro la forza che la schiacciava. Provò a chiedere aiuto con la pancia, chiamando a raccolta quante più voci potesse produrre pur con la bocca chiusa. Un pugno le fece tacere tutte.Ogni tanto al cantante di arie scivolava la mano sulla bocca della donna e doveva cambiare presa, cercando di pulirsi dalla brillantina come meglio poteva. In uno di questi momenti alla ventriloqua riuscì di chiedere: "Siamo soli?" Alla risposta affermativa battè tre volte di seguito il palmo della mano su una coscia. Era il segnale convenuto. L'uomo si fermò con aria sorpresa e interrogativa. "Se nessuno può sorprenderci non mi piace, e la prossima volta usa dei guanti in cotone così non perdi tutto quel tempo con le mani e i miei capelli".Dal suo stomaco l'attonito cantante potè infine udire distintamente uno "stronzo" che gli suonò come commiato per quella sera.
Gianluca Meis