Magazine Società

Tempi morti

Creato il 27 ottobre 2010 da Abattoir
Tempi morti

Foto:flickr

Non ce ne rendiamo conto il più delle volte, ma le cose muoiono.

Le cose, i beni materiali, una penna, un computer, un negozio perchè no, o un pub, una moda – quando accadrà per i truzzi mi chiedo, quando?
È successo ai ciucciotti dai colori sgargianti e brillanti nei primi anni ‘90, è successo coi truciolones negli ‘80 e succederà anche agli shokkybandz, proprio quelli originali, quelli da non chiamateli braccialetti – quanto mi viene alla mente un sugoso briociolone con piselli e patatine e rosmarino quando sento quella voce fastidiosa dello spot, non ne avete idea!

Fortuna che certe cose muoiono, o cadono nel dimenticatoio della nostra memoria collettiva.

È triste invece vedere morire altre realtà locali.
Dietro la morte di un locale o un apparente “chiudiamo ma torneremo in nuova sede, state in attesa che vi faremo sapere” ipotizzo ci sia la sconfitta di un uomo e della sua idea di aprire quel locale, la sua speranza di vederlo crescere, magari di renderlo il ritrovo suo dei suoi amici e di tanti altri concittadini; forse addirittura la raschiatura di un locale IN, dolorosa perchè si ha la certezza che il locale sarà a corrente alterna, prima IN, poi OUT.

Io vorrei tanto aprire un mio club, con tavolo da biliardo, legno alle pareti e luci soffuse, forse anche “con squillo di lusso e blackjack” [cit. Bender] ma so che per questo mio sogno devo avere tanta fortuna e soprattutto tanti soldi, senza non si arriva lontano, lo sapete, ecco perchè riesco ad avvertire anche solo in sordina la tristezza della chiusura di un locale o un’attività.

Se poi ti sei dimenticato dove vivo, a Palermo, dove esiste la realtà del pizzo preteso da chi vuol continuare a controllare il quartiere, la stessa città dove puoi incontrare gli stessi piccoli boss che chiaccherano davanti un piattino di stigghiola al capo o allo zen, capisci che forse ti servono ben più che tanti soldi e tanta fortuna…

La nota curiosa è che esistono tante attività di vario genere che continuano a rimanere aperte senza apparenti problemi; ne esistono altre che a scadenze casuali annunciano svendite; varie che aprono in un mese e il mese dopo chiudono per riaprire il mese successivo ancora e in ultimo le mie preferite, quelle solitarie che si contano in poche cifre, che aprono con difficoltà e rimangono vive con tanta onestà.
Entro con un piccolo sorriso in posti come questi.

Se un giorno questa mia piccola realtà che è abattoir dovesse morire, spero tanto sia solo per cause naturali.

p.s. quanto adoravo il mio truciolones blu con gli occhialoni!


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine