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Tempo di crisi.

Da Bibolotty
Tempo di crisi.
«Fermati qui! Allora?».
«Allora cosa?».
«Non credi che dovremmo riparlarne?».
«No Marzia, per me è tutto a posto, non vedo per quale motivo tornarci sopra ogni volta».
«Perché non voglio che ci siano equivoci. La telefonata all’ultimo momento, l’avvocato, le discussioni infinite, le solite... dai tesoro, è inutile cercare ancora, parcheggia qui che va benissimo.
Mi riassumi per bene tutto quello che abbiamo deciso?».
«Che hai deciso, Marzia».
«Ok, che ho deciso...».
«Allora siamo intesi sul rifugio per animali abbandonati. Prendiamo alcuni ettari in Toscana e mettiamo su un canile e un gattile, separati».
«E lo intitoliamo a mio padre».
«Esatto Martina, a tuo padre».
«Vai avanti amore mio... lo vedi che le cose devo sempre puntualizzarle? Sei distratto!, come tutti gli artisti sbagli i nomi, non sai guardare le cartine e dimentichi le promesse».
«Che c’entra adesso la mia musica con le promesse?».
«Dai non discutiamone qui che è tardi: continua...».
«Canile, casa di cura per artisti, i tre appartamenti in centro in Prati, Trastevere e Navona...»
«Ascolta, Navona forse è troppo incasinata. Credo che sia meglio nel quartiere Trieste, che ne dici? Magari la troviamo anche uno più grande!».
«Case in centro –dove vuoi tu- e per me lo studio di registrazione».
«Sì, sì... ah... e la casa al mare quella rimane no? Tanto è già quasi tutta pagata. Poi prendiamo qualcosa negli USA, io direi San Francisco».
«Non New York?»
«Ma sai... non lo so. Sulla baia non mi dispiacerebbe, è così europea e piena di eventi teatrali... e poi per te sarebbe più comodo visti tutti gli agganci che hai a Los Angeles. In fondo non è così lontana, anche in auto per le distanze che ci sono lì è praticabile. E poi lo sai quanto amo il sud in generale!».
«Comunque ieri sera ho fatto un po’ di conti Marzia. I debiti da pagare non sono pochissimi. Intanto c’è da estinguere il mutuo che con tutte le more che ti mettono anche quando gli dai i soldi prima sono dolori, poi abbiamo quelle dei mobili e dell’auto... a proposito, magari una macchina nuova rientra nelle spese no?».
«Sì, mi pare giusto, magari una super ecologica! Elettrica! Una maneggevole e piccolina e una più grande per viaggiare!».
«E perché non prendiamo anche un camper? Marzia, è sempre stato il nostro sogno!»
«E la barca?».
«Una piccola, a vela».
«Non troppo piccola, con un bel cabinato, almeno partiamo con qualche amico!».
«Ok, allora aggiungo camper e barca».
«Hai dimenticato la spesa più importante... perché naturalmente io sono l’ultima ruota del carro, perché è ovvio che prima di tutto ci sei tu, la tua famiglia, il tuo studio di registrazione, l’auto nuova, il camper, la barca e poi io, e le mie stupide velleità artistiche, no?».
«Perdonami tesoro ma non mi ricordo proprio».
«E che ci siamo stati a fare tre mesi fa a Parigi?».
«Magari per il mio concerto! Comunque secondo me non ce la facciamo a comprare anche l’attichetto a Montmartre».
«Allora eliminiamo il tuo studio!».
«Non credi che sarebbe più giusto fare a meno di uno dei tre appartamenti a Roma?».
«Forse prendendone uno in periferia e due in centro... magari più piccini... ».
«Oppure possiamo fare a meno di barca e camper!».
«Non credo che siano quelli a pesare sul bilancio!».
«Va bene, allora ne prendiamo solo due a Roma così sulla storia di Parigi non ci torniamo più».
«Perfetto, dai scendi!».
«Aspetta Marzia, ma per le donazioni?».
«Almeno cinquecentomila li ho già tolti dal budget iniziale... ma scherzi? Quella è la prima cosa che... senti tesoro, mi è venuta una certa ansia... ».
«Cosa?»
«E se questa storia ci dovesse cambiare? E se noi cambiassimo tanto da non riconoscerci più?».
«Non credi che sarebbe meglio non pensarci? Almeno non ora?».
«Mi sa che hai ragione amore mio... e credo anche che tu debba sbrigarti! Ah... gioca gli stessi mi raccomando! Che prima o poi escono!».

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