Tempo instabile con probabili schiarite di Marco Pontecorvo con Luca Zingaretti, Pasquale Petrolo, John Turturro, Carolina Crescentini Italia, 2015 genere, commedia durata, 100'
Con ciclica
frequenza il cinema italiano torna ad occuparsi degli ideali e delle
utopie sessantottine per fare il punto su quanto resta del "grande
sogno". Un interesse che, nel caso di Marco Pontecorvo, assume valenze
psicanalitiche, se è vero che il periodo in questione è lo stesso in cui
visse e trovò applicazione il talento del suo famoso genitore. Invero
pensiamo sia questo il motivo del cambio di passo che ha spinto il
regista romano ad abbondare il realismo impegnato di “Pa-Ra-Da” a favore
del surrealismo comico e un po’ fiabesco di “Tempo instabile con
probabili schiarite”, storia di due amici d’infanzia che si ritrovano
uno contro l'altro a causa del giacimento petrolifero scoperto nella
loro cooperativa. Ermanno vorrebbe rinunciare allo sfruttamento di quel
tesoro per salvaguardare il bene dell'ambiente, Giacomo invece,
ricavarne i soldi per ripianare i debiti dell'azienda e vivere felice.
Un conflitto di personalità che si trasforma quasi subito in un
confronto di ideologie - il comunismo proletario e militante del primo
opposto alle mire capitalistiche e borghesi del secondo - sotteso ad
allargare il discorso alla natura politico e sociale del nostro paese,
"miniaturizzato" nel presepe di personaggi e avvenimenti della cittadina
marchigiana che da i natali alla storia.
Allineato alle caratteristiche
tipiche della commedia nostrana (decentramento periferico, coralità di
personaggi, attori provenienti dalla televisione) "Tempo instabile con
probabili schiarite" si distingue nella ricerca di un'universalità
atipica, soprattutto per gli inserti che, nello stile dei manga
giapponesi, fanno da commento agli avvenimenti della storia, trasferendo
i personaggi in carne e ossa nel bel mezzo di avventure
extragalattiche. E poi per la patina di malinconica dolcezza, con cui
Pontecorvo guarda ai suoi stranulati personaggi, soprattuttto a quello
del "candido" Ermanno, sotto la quale sembra di riconoscere la tenerezza
di un figlio (Marco) verso un padre (Gillo) che non c'è più. E per
restare in tema, e continuando a parlare di figure putative, non c'è
dubbio che il primo cinema di Lucchetti costituisca il riferimento
cinematografico del nostro film. Come pure John Turturro, già
protagonista della prima regia di Pontecorvo (il corto ore 2: calma
piatta), qui arruolato nelle vesti "cameo" di un improbabile ingegnere
minerario. 



