Lanciato nei mitici Roarin’ Twenties, i Ruggenti anni Venti, da Paul Poiret, sdoganato da icone di stile del calibro di Diana Vreeland e Loulou de la Falaise. Il turbante si è rivelato, nel corso dei decenni, un intramontabile sinonimo di eleganza.
Le origini remote, la storia che ha attraversato, e i personaggi che l’hanno indossato: tutto questo contribuisce all’allure del capo più longevo del guardaroba femminile.
Nato nel lontano Oriente, in epoca persiana, dove erano prevalentemente gli uomini ad indossarlo, come indicatore della casta e della città di provenienza; divenuto, in epoca moderna, accessorio indispensabile alle donne che lavoravano nelle fabbriche durante la guerra; infine, simbolo delle schiave afroamericane della fine dell’Ottocento.
Fu Paul Poiret, all’inizio del Novecento, a rendere il copricapo un must have ante litteram, arricchendolo di fermagli, piume e pennacchi. Da allora, non c’è stata diva che non l’abbia indossato: da un’enigmatica Greta Garbo in film come ‘’Il velo dipinto”, a stelle della musica black (da Billie Holiday a Nina Simone), fino all’indimenticabile Audrey Hepburn in “Sabrina”.
Arricchito di fiori e frutta esotica, come lo portava Carmen Miranda, o semplice, come lo sfoggiò in diverse occasioni Liz Taylor, il turbante è ancora oggi sinonimo di un’eleganza irraggiungibile.
Per neo-dive dallo stile sofisticato.
di Chiara Caputo