Il 4 maggio è uscito il suo primo romanzo, Pigchic, la moda, l’amore, la sfiga, edito dalla Rizzoli, ma lei, Demetra Dossi, simpatica ventunenne studentessa di giurisprudenza con il pallino della moda, non ha smesso di dosare la sua personalissima e fantasiosa irriverenza. Il suo blog è sicuramente fra i più in auge del web: non outfits ma notizie uscite dalla penna – ops! tastiera- fra le più interessanti in circolazione. E durante l’intervista non ha paura di mostrare il suo lato più dolce tanto quanto pasticcione.
Dopo qualche imprevisto e qualche innocente fraintendimento, prima su facebook e poi su Skype, riesco finalmente a colloquiare con lei. E dopo un: “…Solo un attimo e arrivo”, arriva a me più simpatica che mai.
M: Ma perché proprio PigChic?
D: Quando decisi di aprire un blog, mi misi subito alla ricerca di un bel nome. Volevo qualcosa di diverso, che fosse rappresentativo e simpatico. Così pensai di chiamarlo “PigChic”perché quando ero piccola, il maialino era il simbolo che contraddistingueva il mio appendiabiti. Inoltre tutti dicevano che ero paffuta (che mangiavo come un maiale). “Pig” perché è più fine di “maiale” e “Chic”… beh è pur sempre un blog di moda.
Alla faccia delle insalate e delle macedonie di frutta. A buon intenditor poche parole. Ma continuiamo.
M: Come nasce il tuo blog e da dove nasce l’esigenza di tramutarlo in un libro?
D: Il blog è nato nel 2009. Inizialmente era un gioco, un passatempo. Ma con il passare dei mesi mi ha permesso non solo di farmi conoscere ma di arrivare anche alle orecchie della Rizzoli. Dopo essere apparsa in un articolo sul Corriere della Sera, sono stata notata dalla Rizzoli che mi ha proposto di scrivere un libro.
M: Come reagisti a questa lusinghiera proposta?
D: Ero sorpresa. Ho riletto la mail tre volte perché ero convinta ci fosse un errore.
M: Immagino. Raccontaci come è stato l’approcciarsi (immagino per la prima volta) a un racconto lungo.
D: Difficile. All’inizio pensavo sarebbe stato un gioco da ragazzi, “Che ci vuole a scrivere un libro?”. E invece, nel giro di pochissimo, mi sono accorta che il mestiere di scrittore e tutt’altro che semplice. Richiede non solo un’alta capacità di concentrazione ma anche un certo grado di organizzazione. Non basta scrivere, bisogna costruire la storia, delineare i personaggi, elaborare una scaletta, definire delle regole,…
M: Ogni personaggio è sempre lo specchio riflesso dello scrittore. Quanto Dafne è simile a Demetra e cosa le differenzia.
D: Dafne è pasticciona, allegra e sognatrice come me. Abbiamo degli elementi in comune, primo fra tutti l’ambizione di voler costruire una carriera nella moda, però non siamo uguali. Dafne è più coraggiosa, spavalda e cocciuta. Dovrei imparare da lei.
M: Quindi é diverso l’approccio, il rapporto, che avete con la moda?
D: L’approccio è lo stesso: abbiamo entrambe un blog ed entrambe utilizziamo il web come strumento per imparare e farci conoscere. Però, mentre io sono più timida, Dafne non ha paura di dire ciò che pensa. Si mette in gioco, non ha paura di fare una figuraccia in più se questo vuol dire raggiungere il suo scopo. E questa sua caratteristica si noterà spesso, sopratutto durante la settimana della moda.
M: Cosa ti affascina nel mondo della moda?
D: Considero la moda una forma d’arte, un’espressione della creatività e dell’intelligenza dell’uomo. Non esiste un motivo preciso, per me la moda è una passione e, come tutte le passioni, è un qualcosa che nasce dentro, un impulso che non riesci a spiegare.
M: E ora, dopo l’uscita del tuo libro, cosa ti aspetti?
D: Sono scaramantica, non voglio fare previsioni. Spero, grazie al libro, di riuscire ad aprire porte che prima mi erano precluse. Fra un anno, quando tirerò le somme, saprò se queste porte le ho aperto oppure no.
Contenta, ma non ancora soddisfattissima, mi guardo intorno e cerco qualcos’altro da chiederle. La base sarà sicuramente fashion ma non posso tralasciare il momento più pettegolo della conversazione.
M: Posso fare un po’ di gossip? “Andrea” esiste realmente…ma Edoardo? Scusami deformazione professionale
D: Sapevo che prima o poi la domanda sarebbe arrivata! Edoardo è inventato, è, insieme a Paolo e Ludmilla, uno di quei personaggi che è totalmente frutto della mia fantasia. Ho solo preso spunto dal tipico belloccio per cui si può perdere, spesso erroneamente, la testa.
M: Quindi Paolo sarà solo il gatto?
D: Sì. L’unica cosa che c’è di vero in Paolo è il suo nome. E’ da anni che sogno di adottare un micio e chiamarlo Paolo, ma il fidanzato non vuole. “Le sedie in pelle, Demetra, le sedie in pelle!”.
Si Ringrazia la gent.ma Demetra e l’autrice, la nostra cara,Martina Caffo, per aver reso possibile l’Intervista.