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TENNIS - Finale di Fed Cup a Cagliari: Italia, le mani sulla quarta coppa. Ma che fatica!

Creato il 02 novembre 2013 da Andreakur
L’Italia rischia grosso contro la scalcinata Russia nella prima giornata della finale cagliaritana di Fed Cup. Vinci e Errani portano i due punti, come da pronostico (perché le avversarie sono davvero ridicole) ma hanno dato l’impressione di esser giunte all’appuntamento novembrino abbastanza cotte nel fisico e nella mente. Alla vigilia si credeva a ragione che la Vinci, numero 13 del mondo, potesse fare un sol boccone della Panova, prima russa in squadra e numero 136 della classifica Wta; invece la ragazza pugliese ha impiegato tre ore e tredici minuti per venire a capo della russa. Anzi, la tarantina è entrata in partita dopo essersi trovata in svantaggio 5/7 2-5 15-40, ovvero sui due match point (che poi diventeranno quattro!) della Panova. Il rovescio della medaglia sta nel braccino della russa, non abituata a giocare per il proprio Paese ancor meno in una finale della Fed Cup (lei è la dodicesima giocatrice sovietica in classifica, le altre se ne sono tutte fregate). La Vinci ha vinto col cuore, perché lo voleva fortissimamente, ma certo è che il cittì Barazzutti, che da sempre sbandiera il suo credo in materia di convocazioni (gioca chi sta più in forma, in sostanza), sapeva del torcicollo che ad inizio settimana ha costretto l’azzurra ad allenarsi pochissimo (lo ha detto a fine match la stessa giocatrice). E i crampi accusati dalla tarantina testimoniano lo scarso stato fisico. Non si ha la prova del nove ma non è difficile supporre che con Knapp o Pennetta in campo, al posto della Vinci, la pratica Panova si poteva chiudere con meno affanno, senza andare all’Inferno e poi miracolosamente tornare in Paradiso. Ma il tennis è bello anche per questo, perché ti rendi conto che finché l’arbitro non pronuncia la fatidica frase “game, set, match”, la partita può cambiare direzione sia pur per un solo quindici vinto o perso. E così è stato per Robertina Vinci. Quanto alla Errani, contro la diciottenne sconosciuta Khromacheva, che le statistiche dicono essere numero 236 al mondo nonché finalista a Wimbledon juniores, la quale con urletti e pugnetti si comporta da primadonna benché non sia ancora una donna (per la sua giovane età), ha sofferto nella seconda frazione, quando si è trovata sotto 3-1 e 4-2. Ha vinto di esperienza la Errani ma, ragazzi, quanti errori e quanti sbadigli, che brutta partita! Contava il risultato, ok, ma dalla numero 7 del mondo, sulla sua superficie preferita, la terra rossa, contro una bebè del tennis, è lecito aspettarsi assai di più. E domani (ore 10.30, RaiSport 1) proprio la Errani avrà il suo match point contro la Panova: vincere per portare l’Italia sul 3-0 e regalare la quarta Fed Cup a chi non vede l’ora di strofinarla sulla sua bella poltrona da “untouchable”.

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