TENNIS - Sorpresona a Wimbledon: Nadal scivola sulla buccia Darcis.

Che Nadal non sia un erbivoro lo avevamo capito, malgrado la vittoria di qualche anno fa. Ma all'epoca aveva due ginocchia di ferro, un fisico meno asciutto e un palleggio più profondo e più arrotato. Era semplicemente "er più" e il ritorno al trionfo made in Paris di poche settimane fa gli dava vive speranze di poter tornare di nuovo in auge. Invece nada, per dirla nella sua lingua. A Wimbledon lo spagnolo ha brucato l'erbetta come un pecorone affannato, non accorgendosi dei rimbalzi fasulli dei campi londinesi e dando l'impressione di aver un po' di timore per il solito ginocchio che lo ha tenuto lontano dal tennis per parecchio tempo. Perdere da un Darcis qualunque, un belga che aveva perso al primo turno dodici volte su diciannove negli Slam, quindi non un genio della pelota, numero 135 del mondo (quest'anno ha vinto solo due partite, anzi tre con questa!), brucia eccome. Vuoi perchè la cassa di risonanza che dà Wimbledon è unica al mondo, vuoi perchè effettivamente il conterraneo di Hercule Poirot è veramente scarso. A Nadal quindi saluti e baci, come lo scorso anno quando all'esordio fece felice il ceco Rosol, meglio di Darcis ma giocatore di quarta-quinta fascia. I più contenti sono (nell'ordine) Federer, Djokovic, Murray e anche Tsonga. Loro aspirano, Nadal a casa.