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Tenta il suicidio. Perché senza lavoro…

Creato il 30 settembre 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Da qualche settimana l’attenzione dei media aveva messo da parte le storie di disperazione di chi non arriva al quindici del mese. Ma “la gente” ci prova ancora, nonostante la sordità delle istituzioni e le orecchie da mercante di TV e giornali…

 

Alcoa, Ilva, Fiat, Monti Bis: sicuramente gli argomenti più discussi degli ultimi giorni in cui, stranamente, i quotidiani ed i tg non hanno più riportato notizie riguardanti il malessere sociale dilagante.

Palermo, profondo sud. Gli incendi divampano appena fuori la città, i “forestali” assunti come formiche dall’amministrazione Lombardo non riescono a difendere la zona dalla mano dei piromani. Chissà poi perché…

Ma c’è una Sicilia che soffre: è quella che non ha voce, o se ce l’ha è troppo flebile perché possa essere udita oltre il frastuono assordente delle musiche nei comizi elettorali che impazzano per la regione.

Giuseppa ha 46 anni. E’ ricoverata in psichiatria per due motivi, probabilmente: il primo è che ha tentato di darsi fuoco con una bottiglia di benzina. Il secondo, è che continua a chiedere aiuto ad una classe politica che si garantisce fior di quattrini, da sperperare poi in cene, meeting, incontri finti e patinati. Due poliziotti in servizio, attirati dalle grida della donna, hanno fatto appena in tempo ad evitare il peggio.

Pazza, avranno pensato i medici: chiedi aiuto a chi ha gettato la Sicilia nel pozzo della povertàper poter contare sempre su laute fette di clientele disposte a tutto per cose che altrove sono considerate irrinunciabili?

Ha perso il lavoro, la casa in affitto, la figlia di sedici anni che è stata affidata alle cure di una casa famiglia. Ha un marito, Giuseppa, che lavora al porto e condivide con la consorte le notti passate sulle panchine, o dentro l’automobile. I pochi denari li utilizzano per mangiare, figuriamoci se possono affittare una stanza per garantirsi un’esistenza degna di un paese civile.

Voleva un po’ d’aiuto, e si è appellata a quella stessa classe politica che non ha tempo da perdere. Perché il mese prossimo si vota per la Regione.

Indegni: nessuno ha dato risposta alle istanze della disperazione di una cittadina, colpevole di voler vivere una vita con dignità. Non ha chiesto il SUV di Fiorito, né la corvetta della Guardia Costiera per fare un giro come la Polverini. Ha chiesto un tetto e la possibilità di ricominciare. Ma non c’è posto per lei, nella società dei sorrisi facili e dei politici piacioni.

Lo si tenga a mente, quando il mese prossimo si assicurerà un radioso futuro a qualche deputato indegno di essere chiamato “Onorevole”…


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