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Teoria e prassi del giardino selvatico

Creato il 05 settembre 2013 da Rossellagrenci

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E il giardino creò l’uomo è uno scritto vibrante ma soprattutto è il manifesto di un’idea del giardino che l’autore, Jorn de Precy, riuscì a realizzare nella sua tenuta di Greystone, nell’Oxfordshire; un’idea straordinariamente attuale e ancora, nella sostanza come nella forma, rivoluzionaria, quella del giardino selvatico.

Nel fare il giardino, l’uomo – sostiene de Précy – deve restare in ascolto della natura, del genius loci, non forzare ma assecondare le forze che vi operano, mettendosi al loro servizio e riallacciando così il legame con il mondo naturale; il quale lo ripagherà regalandogli il piacere più compiuto e nello stesso tempo inesauribile, lo spettacolo della vita e delle stagioni.

Il giardino come ultimo rifugio della spiritualità e della poesia; ultima frontiera al di qua della barbarie e dell’alienazione; ultima utopia – ma un’utopia pratica, tangibile.

Così come vi avevo consigliato ieri nell’articolo Un giardino in 5 passi, vi aggiungo qualche consiglio per fare un giardino selvatico dove possano trovare il loro abitat ideale quei piccoli animali selvatici tanto utili  a diminuire il nostro impatto sulla natura. Inoltre, aiutando i ricci, gli uccelli, i pipistrelli, le rane e i rospi a sopravvivere all’inverno, dandogli un posto dove vivere e crescere i propri piccoli, saremo premiati con il loro aiuto a tenere il giardino libero da animali nocivi.

FIORI SELVATICI: I fiori producono nettare e polline per per sfamare insetti, farfalle, sirfidi e api. Alcune piante sono particolarmente raccomandate: Buddleja (attrae le farfalle), Scabiosa, Carpobrotus, Aster, Girasole, Pyracantha, Hoste e Cotoneaster..

ANGOLI SELVATICI: Permettete alle ortiche e alle erbacce di prendere spazio in alcuni angoli del vostro giardino. Formeranno angoli appartati per piccole creature e cibo per i bruchi.

GIARDINO ROCCIOSO: Rospi e rane di solito trascorrono l’inverno sulla terra, sotto pietre rocciose (o in una pila di ceppi). Piante raccomandate: Aubretia, Geranio selvatico, edera, sedum e timo selvatico.

Questi consigli li ho tratti da qui.

Inoltre in questo periodo, dall’autunno all’inverno, si possono anche installare delle casette-nido, prima del periodo riproduttivo. Installandole anticipatamente si permette ad alcuni animali (cince, picchio muratore, scriciolo, pettirosso, passere, ecc.) di scoprirle per tempo, di occuparle già nel corso delle fredde notti autunnali e invernali per il pernottamento e di utilizzarle, poi, nel corso della primavera, per la riproduzione. Installazioni tardive favoriscono maggiormente gli uccelli migratori, come l’upupa, il torcicollo, i codirossi e il pigliamosche, che utilizzano le casette-nido dal mese di aprile.

Si possono installare anche delle mangiatoie con semi di girasole e di arachidi sgusciate e non tostate, molto graditi a cince, picchio muratore e verdone. Anche miscugli di semi, comunemente reperibili in commercio, fiocchi di cereali e frutti vari (uva passita, fichi secchi, mele, pere e kaki) trovano un proficuo impiego. Inoltre, grasso di manzo o di maiale collocati nei pressi di una mangiatoia, assicurano un adeguato sostentamento alimentare supplementare. E necessario controllare che i semi siano destinati all’uso alimentare e che tutti gli alimenti non siano salati.

Normalmente si inizia il foraggiamento già a fine ottobre o all’inizio di novembre e lo si sospende nel mese di marzo. Un inizio anticipato e una sospensione posticipata possono avvenire ad altitudini superiori oppure con particolari condizioni climatiche e meteorologiche.

Carina questa casetta degli uccellini, adatta al coinvolgimento dei bambini in questa impresa!

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TEORIA E PRASSI DEL GIARDINO SELVATICO

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