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Teresa e il post di Natale

Da Bibolotty
Anch’io voglio entrare nella lista nera del gruppo neonazista,
inizio quindi questo post di fine anno, porgendo le mie sentite condoglianze
alle famiglie di Mor Diop e Modou Samb, vittime innocenti di inutili guerriglie.
Degli scandali del calcio scommesse non me ne frega niente,
m’importa solo dell’anno che verrà, ed è già super tassato,
prima ancora di essere nato.
Le lettere a Babbo Natale lasciatele scrivere a chi ha qualcosa da domandare,
a chi non ha da lavorare e non sa come campare,
non a comici prezzolati e ormai ripetitivi
che stanno sempre in tivvù a far finta di esser pieni di casini.
I casini li abbiamo io e Teresa che con un fallimento alle spalle,
abbiamo ancora le banche che ci rompono le balle.
Teresa e il post di Natale
Mi preoccupa che una come Ruby Rubacuori passerà alla storia,
e che avremo una ex mignotta a futura memoria
come simbolo di una certa epoca e un modo di pensare,
che ha rimesso noi donne in un’odiosa situazione
quella per cui, e dopo anni di lotte e di cortei, ci troviamo a esser valutate,
per come siamo vestite e non per ciò che siamo state.
Che l’Italia sia ancora classista dobbiamo ficcarcelo in testa,
si chiama oligarchia e non democrazia questo stato di cose,
dove se non hai un triplo cognome o un giornalista in famiglia,
ti ritrovi per strada o sui social network a darci battaglia,
destinati a uniformarci alla cultura riciclata
e a vedere la nostra intelligenza sottovalutata.
Non sei niente e puoi urlare finché vuoi le tue ragioni,
ma è l’informazione che fa la differenza,
ed è una roba marcia e manipolata di cui, però, non si può fare senza.
Li vedo su twitter i colorati pavoni -di cui non c’è bisogno di fare i nomi-
che distendono le loro piume colorate
certi che le proprie opinioni saranno ritwittate.
Sono loro i fari delle nostre coscienze assopite,
che ci dicono se e cosa fare fingendosi solidali alla rivoluzione,
nonostante il loro conto in banca sta quasi per scoppiare.
Abbassiamo una volta per tutte lo share a lor signori e spegniamo i televisori,
mettiamoci in testa che non sono loro che risolveranno i nostri problemi
guardiamo piuttosto alla storia passata e da cosa l’ideologia è stata rimpiazzata.
Teresa e il post di Natale
Più mi guardo indietro più mi sembra che nulla sia cambiato,
è come il gioco dei quattro cantoni,
con il cretino che sta nel mezzo e che non trova una collocazione,
e quelli siamo noi, gli illusi che senza un santo in paradiso,
pensano che ci sarà un nuovo anno, un domani o un direttore generale
che ci accoglierà con un sorriso e ci darà da lavorare.

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