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Teresa Severini e L’uva nel bicchiere

Da Anna Maria Simonini @AMSimo

Durante il “fuori Merano”, ovvero durante le due fantastiche serate che hanno accompagnato le impegnative giornate al Wine Festival ed alla Gourmet Arena, ho conosciuto una persona davvero speciale.

Si tratta di Teresa Severini, ne avete mai sentito parlare? È stata uno dei primi enologi donna d’Italia. Lavora presso l’azienda di famiglia – che si da il caso sia una delle più note cantine italiane – dove oggi si occupa di marketing e comunicazione, ma dove in passato ha dimostrato le proprie doti tecniche inventando nuovi vini. Non solo è infatti stata in grado di creare ex novo vini dai nomi evocativi come il famosissimo “Rubesco”, ma ha anche preso iniziative rischiose per rincorrere il proprio intuito. Ci racconta infatti come abbia fatto cambiare la forma della bottiglia e l’etichetta di uno dei vini di punta senza dire nulla al responsabile, che se ne accorse solo 5 anni dopo, quando infuriato durante una fiera dovette cedere e riconoscere la bravura di Teresa, che proprio con quella bottiglia ricevette un importante award internazionale.

Insieme alle altre ragazze abbiamo cenato in un magnifico Relais Chateaux di cui vi parlerò in un’altra occasione. Davanti ad una splendida cena abbiamo così avuto modo di assaggiare i vini della cantina Lungarotti. A fine serata abbiamo contato 55 bicchieri sul tavolo, uno spettacolo da vedere e da gustare, la cui qualità eccellente è stata dimostrata non solo durante la degustazione, ma anche dalla reazione del giorno dopo: nessun mal di testa ed un benessere generalizzato

:-)

Oltre a presentare i propri vini, a Merano Teresa ha presentato la sua prima opera letteraria: il libro intitolato L’uva nel bicchiere, edito da Gribaudo.

Dedicato alla propria famiglia ed al primogenito in particolare, L’uva nel bicchiere vuole introdurre ai giovani e non solo il mondo complesso ed affascinante del vino. Attraverso una gita scolastica, i ragazzi protagonisti dell’avventura apprendono la terminologia tecnica della cantina, affiancata da accenni a diverse materie come storia, filosofia e religione.

Il libro è molto colorato e passa i propri concetti non solo attraverso il testo, ma anche e soprattutto una grafica molto ben fatta e fresca, derivante dall’intuito e dal gusto di Teresa (ndr tutti i disegni sono opera di Luciano Carrera), che aveva ben chiaro in mente il progetto editoriale, perseguito con decisione e coraggio.

Certo le idee originali non mancano a questa vulcanica signora, la cui famiglia vanta anche il più importante museo del vino del mondo (definito tale persino dal New York Times), un museo dell’olio ed una “anti Spa”.

Di cosa si tratta? Lei stessa ci spiega come solitamente i colori dei centri benessere siano tenui ed ispirati al relax. L’idea di Teresa è stata invece quella di puntare sul colore e sull’energia derivante dal vino. Così le pareti e le forme si ispirano alle tonalità ed alle geometrie dei grappoli e delle vigne, mentre è possibile rigenerarsi con trattamenti speciali, tra cui il bagno nel vino.

Con le ragazze ipotizzavamo di organizzare una gita per andare a trovare Teresa, come si racconta nel libro. Io sarei pronta a partire subito! Se anche voi siete stati incuriositi o conquistati come noi, QUI trovate maggiori informazioni.

 

Teresa Severini e L’uva nel bicchiere


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