Di Norino Ventimiglia
L’intervento prevede radicali modifiche all’attuale look di Piazza Duomo: cambieranno la pavimentazione ed i marciapiedi, le panchine e l’impianto di illuminazione; verranno posizionati cestini porta rifiuti e rifatte le aiuole per ospitare piante e fiori. Dell’attuale arredo resteranno solo gli alberi, i “Ficus Benjamin” che tanto danno hanno fatto in questi anni all’assetto urbanistico della piazza. Le grandi dimensioni di questa tipologia di Ficus, di provenienza asiatica, oltre ad oscurare i prospetti dei fabbricati, obbligano le radici ad espandersi nel sottosuolo, arrecando grave danno ai marciapiedi che periodicamente necessitano di interventi manutenzione straordinaria. Per non parlare dei disagi provocati dai piccoli frutti prodotti dall’albero che cadendo rendono la pavimentazione viscida e scivolosa.
A tal proposito, mi preme sollevare un interrogativo, che apparentemente può sembrare una provocazione, ma in realtà è uno spunto di riflessione che se condiviso merita certamente di essere approfondito.
Perché non sostituiamo gli attuali alberi di Piazza Duomo con altri di dimensioni più piccole e più adatte alle dimensioni della piazza e magari di origine autoctona ??? Che ne pensate ???
Girando per il paese e discutendo dell’argomento, ho avuto la sensazione che questa mia impressione fosse più che condivisa da molti cittadini e che la sostituzione di questi alberi non sarebbe affatto traumatica per la comunità di Terrasini, bensì verrebbe vista favorevolmente per le negatività che la permanenza di queste essenze arboree comportano.
Mi rivolgo pertanto a tutti coloro, Amministratori e/o semplici cittadini come me, che intendono portare avanti questa iniziativa presso le competenti autorità, in primis la Soprintendenza dei Beni Culturali di Palermo, affinché si possa arrivare alla convinzione comune che la sostituzione degli attuali alberi con altri meno invasivi e dalle dimensioni più adatte, contribuisca ad una migliore riqualificazione di Piazza Duomo, senza per questo pregiudicarne la tutela e la conservazione, ma anzi migliorandone la fruizione e la vivibilità.
Norino Ventimiglia