Ci sono casi di disorganizzazione, come quella storia della disabile rimasta senza casa e finita a Forlì, dove ha trovato tutta l’accoglienza, ma deve tornare a Carpi per esigenze burocratiche. Si combatte, si lotta. Ci sentiamo vicini a tutti quelli che hanno perso tutto, anche se non possiamo capire una cosa simile alla fine del mondo di tutti i giorni, che all’improvviso si trasforma in macerie, mentre il suolo continua a scuotersi, e il terreno risulta più alto di 12 centimetri. Il sindaco di Novi Luisa Turci è stato contestato, ma ha perso la casa pure lei, come il vicesindaco Malagola. “Vorresti criticarli ma come fai? Come stanno loro? Poi il vicesindaco ha una pazienza, risponde sempre al telefono”. La passione brucia dentro, rabbia e solidarietà convivono nell’animo.
Il disastro ha messo al tappeto più d’un amministratore. A Novi ci sono voluti 20 giorni per organizzare un server che desse notizie sull’emergenza terremoto. Ora funziona. Ma un terremoto mette sottosopra la vita, la mente, toglie le certezze quotidiane, la sicurezza permeata di abitudini, e tutto diventa incerto e anche il giorno si popola di ombre. C’è bisogno di condizionatori contro il solleone, gli anziani e i bambini ne soffrono. Ma c’è la corrente elettrica ovunque? Ma no. Ci vuole un adattatore? “A Modena se ne trovano pochi. Posso rimediarlo da un autista di Milano”. “No, ci penso io, ho un amico che ne ha da parte”. Poi servono piscine per bambini. Almeno possano rinfrescarsi. Ci si mette anche il furore del sole. Tutto quel che era semplice è diventato complicato, tanto più nell’Emilia frustata già dalla crisi economica.
Ci sono trecento campi per sfollati fra Carpi e Rovereto. E dire che a Rovereto di Novi si veniva a vedere i fuochi d’artificio l’ultimo lunedì d’agosto. Era una festa, c’è chi la vorrebbe organizzare ancora quest’anno. “Ma no – gli rispondono – teniamo i soldi che non ce ne sono”.
C’è chi ha una gran voglia di far polemica, di prendersela con chi ha mancato in qualcosa, ma si trattiene. “No adesso non facciamo polemica, aspettiamo che vada meglio”. Ci sarà tempo per litigare forse, ci sarà tempo per divertirsi, per festeggiare, per rivedere i fuochi d’artificio. Ma quando sarà?
(segue)
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