Terrorismi veneti.
Creato il 16 maggio 2014 da Lostilelibero
Almeno moralmente, la favola sulla nascita
dello Stato di hobbesiana memoria, risulta verosimile. Che il bellum omnium contra omnes abbia spinto,
per viltà, paura e necessità, i singoli ad unirsi in un corpus comune per pacificare gl’istinti volitivi, sembra qualcosa
più di una remota supposizione etica. Ad ogni modo la nascita di uno Stato
assoluto, quella che taluni vedono intrinseca alle signorie italiane nel XIV
secolo, mentre altri ancora rintracciano nell’assolutismo monarchico del XVI
secolo, non pare oggi una tematica particolarmente sentita.Tra federalismi,
secessionismi e indipendentismi vari, sembra che il problema maggiormente percepito
sia invece quello di liberarsi dai suoi lacciuoli, dalle sue maglie
burocratiche e clientelari, dai bizantini apparati il cui costante aumento di
potere è inversamente proporzionale alla libertà individuale.
Per il giusnaturalista Hobbes, l’uomo
pre-civilizzato rinuncia così ad una parte di sé stesso, tra cui l’utilizzo
della violenza, per delegarla ad una sorta d’informe ammasso d’individualità,
quel Leviatano totalizzante metafora dello Stato assoluto, affinché esso
mantenga la pace, condizione indispensabile allo sviluppo borghese. La prerogativa
sull’esercizio della violenza e della coercizione, da lì in avanti, saranno
quindi appannaggio esclusivo dello Stato: “nelle mani dello Stato la forza si chiama
diritto, nelle mani dell'individuo si chiama delitto”. Da quel
momento in poi, quindi, tutti coloro che volessero mantenere per sé
quell’attitudine alla violenza diventano automaticamente dei terroristi eversori
dell’ordine costituito. Un ordine che, proprio per sopravvivere e mantenersi
nel proprio "legittimato" ruolo statuito, sembra avere più di tutti bisogno del pericolo e
del reiterato spettro della minaccia. Lo Stato si legittima esclusivamente
attraverso l’artificio di un terrore che si propone poi di acquietare!
E’ il caso delle ultime vicende che campeggiano
a monito sulle prime pagine di tutti i giornali nostrani: la barzelletta
tragicomica del “tanko” fai da te, che sarebbe stato pronto a dare l’assalto a
Piazza San Marco per dimostrare al mondo l’irresistibile vento di protesta
irredentista del popolo veneto. Lasciando il compito di valutare la minaccia
dei “serenissimi 2.0” agli organismi competenti, ammesso che non si sia ancora
esaurita la fiducia verso quel tipo di “giustizia” (i tempi, così a ridosso del
referendum farsa sull’indipendenza lasciano quantomeno un vago sospetto), a noi
interessa meno “giustamente” l’atteggiamento della macchina statale di fronte
ad una potenziale provocazione. Ad ogni modo, sia detto innocentemente di
passata, se i Ros, o qualche giudice, entrassero in un qualsiasi bar del Veneto
(e non solo), le patrie galere si riempirebbero in qualche giorno di sedicenti “terroristi”.
Sulla giustezza della lex italica ne sanno qualcosa, tra gli altri, i serenissimi di
primo pelo, terroristi senza santi in paradiso, considerati alla stregua di
pericolosi bombaroli, eversori pronti a far saltare per aria n’importe quoi pur di raggiungere il
proprio obiettivo. Il principio di questo ressentiement
statale è piuttosto chiaro: tu puoi ammazzare chi vuoi sapendo i sacrosanti
rischi a cui va incontro il tuo agire, ma la legge non è stata istituita
primariamente per proteggere il cittadino dalle violenze dell’homo lupus o per preservarne la libertà
individuale (lo è, ovviamente, ma solo accidentalmente), bensì per mantenere lo “status” quo del potere convenuto. Stirner, che di questi argomenti se ne intendeva, ebbe a dire: “nello Stato ci sono soltanto “uomini liberi”
che vengono costretti a un’infinità di cose”. Liberi senza tuttavia potersi
mai liberare dello Stato!
Non è mai troppo tardi per imparare che, così
come nei regimi monarchici e nei sistemi di potere teocratico si rischia nella
stessa misura in cui si contesta la legittimità del re o del teocrate di turno,
in democrazia si rischia proporzionalmente alla messa in discussione dell’istituzione
statale e della sua ancella “costitutiva”. Il terrorista è, in definitiva,
sempre un’entità che si qualifica dall’opposizione rispetto a qualcosa che lo
trascende. Lo Stato, anche quello democratico, è quindi solo l’ultima maschera
dei totalitarismi: ammette e tollera ogni cosa purché non ne venga mai scalfita
l’autorità.
Potrebbero interessarti anche :