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Testamento digitale, in caso di morte reale

Da Maria Grazia @MGraziaPiem

Si è fatto e si fa un gran parlare di testamento biologico: giusto o sbagliato, etico o immorale, utile o inutile… ma in pochi si sono posti un problema che potrebbe interessare tutti molto più da vicino. Fatti i dovuti e sacrosanti scongiuri del caso: chi pensa al testamento digitale?
E sì, perché se ancora non ve ne siete accorti, oltre che cittadini siamo tutti degli utenti, degli internauti della rete, e saltando da Wikipedia a Facebook, da Pinterest a Twitter, in giro per il web non solo lasciamo le nostre tracce (cookies), ma anche due credenziali – user e password – di cui dobbiamo necessariamente disporre per usufruire di numerosi social e servizi.
Un tempo parole d’élite in grado di far sentire uno sfigato chiunque non ne conoscesse il senso, oggi user e password sono il nostro bigliettino da visita per il mondo digitale. Così, smessi i panni di un anonimo Signor Rossi, facciamo il nostro ingresso in rete con i nomignoli più fantasiosi e disparati, tanto chi ci riconosce? Insomma: è un po’ come avere una seconda identità più o meno segreta.

Testamento digitale, in caso di morte reale

Ma cosa succede se il Signor Rossi, un bel giorno, non c’è più? Il buon senso vuole che prima ci si preoccupi dell’estremo saluto, di avvertire parenti e amici e poi, new entry nel galateo funebre, di comunicare il decesso al Signor Internet.
Insensibile, direte voi, eppure pare che in caso di morte di un utente, sia quasi impossibile cancellarne l’identità dalla maggior parte dei social network come da altri siti. Consultando la rete per i nostri bisogni, è inevitabile interagire con altri utenti in maniera più o meno diretta e consapevole. Questi incontri e intrecci virtuali sono ghiotte occasioni di business per numerosissime agenzie e società onnipresenti su internet. La cancellazione di un solo utente dalla rete significa la perdita di contatti e, dunque, di introiti per le aziende. Ecco svelata la difficoltà di cancellare definitivamente una registrazione dal web.
Resta vero, però, che un utente morto è anche un utente che non genera più né contatti né guadagni, quindi i modi per cancellare la sua identità ci sono, anche se un po’ tortuosi.
Testamento digitale, in caso di morte reale

Partiamo da Facebook, il re dei social network. Fino al 2008, per cancellare un profilo FB bisognava compilare un modulo con tutti i dati richiesti, compresa una certificazione di morte dell’utente. Fatto ciò, il profilo del defunto diventava un memoralized, cioè un link commemorativo. Poi è arrivata The last wish, un’applicazione per gestire il proprio profilo post mortem. In pratica l’utente nomina due esecutori testamentari che sceglieranno le sue volontà, oltre al messaggio d’addio che campeggerà sul profilo al posto dei suoi soliti dati. Adesso c’è ifidie.net. Previdenti! Date un’occhiata voi, io non sono ancora pronta…

Poi c’è Legacy Locker: invece di vagare on line senza meta, andate su legacylocker.com. Su questo sito potete compilare un testamento virtuale così, in caso di decesso (scongiuri a go go) la Legacy Locker in persona invierà i vostri user, password e e-mail alle persone di fiducia indicate nel testamento. Facile, veloce ed efficiente!
E infine quella che reputo la chicca della situazione: l’eredità digitale. Nel 2013 in Nebraska entrerà in vigore un legge che tratta gli account dei social network come fossero beni da ereditare. In pratica e-mail, user e account verranno ereditati dal successore del defunto. Insomma: magari non tutti gli avi avranno una villa milionaria, ma sugli account non ci sono rischi!

E ora riapriamo il dibattito: testamento biologico e testamento digitale. Chi dei due la spunterà prima?


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