Canzone del camminatore sui tetti
Estraneo a se stesso, cammina contro il cielo,
improvvisa di notte altrui passi sui suoi
e, come uno scalatore sui tetti, affastella
parole che nel fumo gli parlano piano.
Avanzerà nell’aria profumando soltanto
pensieri lanciati contro una porta chiusa.
E’ reduce forse da un amore da cui cadde dall’alto,
credendosi eterno? Dito nella marmellata
che gusta della bellezza la prima figura?
Se ne torna a Parigi. Sappia, chi va sugli zinchi,
che è più comodo lodare il fiume sotto i ponti,
e che qui le parole si tracciano prima che piova.
Sta tutto qui il profondo malinconico valore
di quei passi su passi, come pioggia su pioggia.
Parigi non esiste se, in fondo agli occhi,
non si lascia brillare, nel tenue chiarore,
quel bagliore di spilla – oh raggio d’oro -
nelle strade e sui tetti, per dipingere un grigio
sempre più ammaliatore.
Mille mitre
Questi vasi da caminetto schierati come cipolle o come su un campo di battaglia
Non sono un esercito in rotta,
né pedine abbandonate di un gioco,
né birilli che nessuno ha abbattuto a pallate,
né bicchieri trincanti da soli per un aperitivo tra invisibili,
né tubi per gli improbabili messaggi di un vecchio sistema postale,
né portalampade per lampade ( mancanti ), destinate secondo certi mistici a illuminare il cielo.
Questi vasi da camino sono solo le note
di uno spartito di sette, otto righe:
un minuetto, anzi una fuga.
Un passo più in su
Si è fatto un gran parlare
dei poeti nelle mansarde
di Parigi. Per indicare
un’indigenza passeggera.
O la miseria. Nessuno però
ha mai fatto notare che,
nelle mansarde, il poeta
stava semplicemente
un po’ più vicino al cielo.
Tetti di Parigi
Acquerelli e disegni Fabrice Moireau
Testi e poesie Carl Norac
L’ippocampo edizioni – aprile 2010
http://www.ippocampoedizioni.it/tetti_di_parigi.html
Fabrice Moireau, nato a Blois nel 1962, è diplomato all’Ecole nationale supérieure des Arts appliqués et des Métiers des Arts,
Dai numerosi viaggi riporta nei suoi taccuini schizzi di vere e proprie testimonianze culturali ed etnografiche che riescono ad estrarre la poesia dal reale. La sua passione per il patrimonio architettonico, i giardini e le piante, lo porta a cercare di tradurre per mezzo dell’acquerello – sempre realizzato a partire dalla natura – la sottigliezza dei giochi di luce e a trasmettere l’atmosfera di una città, di una via, di un paesaggio.
Carl Norac , nato nel 1960 a Mons, in Belgio, è figlio di uno scrittore e di un’attrice.
Poeta e autore teatrale, ha scritto anche numerosi libri per bambini. Le sue poesie sono state tradotte in numerose lingue e figurano, sia in Belgio che all’estero, in varie antologie della storia della poesia. Nel 2009 la sua opera è stata coronata dal Grand Prix de la Société des Gens de Lettres a Parigi e dal premio Charles Plisnier In Belgio.