è qualche giorno che mi frulla un’idea, che ri-fletto,
dopo aver letto, come spesso accade, accidentalmente,
l’introduzione di un libretto.
metafisica di Aristotele…che premetto, non godeva tanto del mio interesse,
a causa di una certa saturazione rispetto la disciplina del pensiero oridnato che l’ateneo padovano mi ha gallileiana-mente sviluppato.
eppur accade, oltre le pre-cognizioni, che anche qualcuno scivolato nello sfondo, riemerga come figura interessante, luminosa, attrente.
così disposto, colgo nella introduzione di Severino, un concetto stupendo, che ri-suona con una intuizione (visione da dentro) che ho provato quando avevo solo scorto il senso della parola thauma: meraviglia.
subito, nella mia mente, il pensiero ha riflesso un altro termine: trauma.
l’abbaglio nello stupor catatonico, come esito ultimo, da una parte, e dall’altra il rapimento estatico della meraviglia della scoperta…
non so se etimologicamente le due parole abbiano radice comune, non mi importa, come ho imparato nel rapporto con il maestro zen, ogni espediente è buono per aprire la mente, per andare oltre fino alla non-mente (wu shin).
lascio al silenzio ogni spazio di completmaneto.
nella paura sento il seme del coraggio,
nella pre-senza, un brivido di stupore mi attraversa,
nel contatto con il non conosciuto, l’apertura della ex-sistentia.
un abbraccio a tutti e a tutto.
mat.