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Dopo venti anni il caso finisce sulla scrivania del detective Carl Morck, addetto alla sezione Q assieme al suo collega Assad.
La sezione Q si occupa dei cosiddetti cold cases, casi mai risolti compiutamente e poi ripresi per via di nuove acquisizioni.
E qui i due detective si accorgono di indagini un po' troppo frettolose e vengono a sapere di una chiamata d'emergenza effettuata da una ragazza, Kimmie, che risulta scomparsa da allora.
Ma sulle tracce della scomparsa si mettono anche i suoi ex compagni di college, ora uomini ricchi e influenti e soprattutto senza scrupoli.
E' una lotta contro il tempo.
The Absent One ( lasciamo ai glottologi il titolo originale che fa venire i brividi solo a guardarlo) è il secondo film dopo The Keeper of lost causes tratto dai romanzi di Jussi Adler-Olsen appartenenti alla cosiddetta serie del Dipartimento Q , iniziata nel 2007 e nel frattempo arrivata al sesto romanzo.
Le trasposizioni cinematografiche stanno seguendo l'ordine cronologico dei romanzi e se tanto mi dà tanto, visto che The Absent One è stato di gran lunga il miglior incasso al box office danese del 2014, ci dobbiamo aspettare a breve una prosecuzione della serie.
E bisogna esserne ben lieti perché il thriller diretto da Mikker Norgaard ( regista attivo più che altro in televisione ma che aveva diretto anche The Keeper of lost causes) funziona egregiamente, è il classico film che appassiona il pubblico e non fa alzare troppo il sopracciglio al critico spocchioso che non vede l'ora di distruggere il cinema di genere.
E siccome non siamo critici spocchiosi ma goderecci appassionati di cinema, The Absent one è il titolo giusto per starsene belli belli incollati sul bordo della poltrona per due ore lasciandosi trasportare da un film molto ben confezionato, diciamo molto all'americana e che ha una struttura solida e avvincente.
Non è corretto cominciare a vedere una sorta di sequel senza aver visto il primo film ( ma ovvierò presto) ma non ci sono riferimenti al primo caso, perlomeno niente che condizioni la visione e non ne risente neanche l'introduzione dei due personaggi principali, il detective Morck ombroso e solitario e il suo assistente Assad , più razionale di lui che spesso diventa l'amplificatore della sua coscienza esprimendo dubbi e incertezze.
E il caso di cui si occupano in questo film di dubbi in partenza ne ha tanti.
The Absent one si muove in quella linea grigia che va da Cold Cases, la crime series americana, e arriva dopo una bella trasvolata oceanica ai romanzi di Stieg Larsson e al personaggio di Lisbeth Salander nei relativi film della serie Millennium, da Uomini che odiano le donne in poi .
Innegabili le analogie tra il personaggio di Kimmie e quello di Lisbeth, entrambi due ribelli dall'animo punk che hanno sempre combattuto contro tutto e contro tutti.
E analogo anche il loro percorso di riscatto, direi solo che il personaggio di Lisbeth lascia un po' più spazio alla coreografia rispetto a quello di Kimmie, ma sono entrambe l'energia impersonificata e modellata a forma di donna.
Fotografato in maniera eccellente e molto ben recitato The Absent one è strutturato in maniera ottimale, equilibrato , con una sapiente gestione dei colpi di scena e pur avendo l'aspetto tipico del thriller scandinavo non ha neanche quel passo lungo che caratterizza tutte le crime stories provenienti da quella parte d'Europa.
Andando a leggerlo più in profondità, ma chissà se è il caso o un concetto nella testa dell'autore del romanzo, possiamo vedere The Absent one come un apologo sul potere del denaro, su come il denaro manipoli persone e coscienze e arrivi a manipolare anche il senso di giustizia che dovrebbe appartenere ad ognuno di noi.
Quello stesso senso di giustizia che muove il detective Morck che sceglie di occuparsi di questo caso invece dell'altra cinquantina di misteri insoluti che affollano la sua scrivania.
Ed è lo stesso senso di giustizia dello spettatore messo alla prova quando, inerme, è costretto a seguire una schiera di personaggi che con il denaro riescono veramente a comprare tutto.
Ma soprattutto a distruggere.
E basta solo guardarsi attorno per vedere che questi personaggi esistono veramente e sono intorno a noi.
PERCHE' SI : ottima confezione, coppia di detective ottimamente assortita, una storia ben strutturata e ben narrata
PERCHE' NO : punti di riferimento piuttosto evidenti, non il massimo dell'originalità ma solo se vogliamo essere cattivi.
( VOTO : 7 + / 10 )
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