La stagione televisiva 2014-15 ha trovato, forse, i suoi prodotti di punta
Stenta a decollare la nuova stagione televisiva che, a più di due mesi dal suo inizio, non ha ancora intrapreso la strada giusta. Poi ti trovi di fronte di serie tv, come The Affair e Kingdom, e tutto cambia. Si perché queste due serie televisive sono così originali e coinvolgente che, in pochi episodi, sono già un piccolo cult. The Affair è la nuova produzione della rete cable Showtime (la stessa di Homeland e Masters of Sex per intenderci), mentre Kingdom è la prima esperienza seriale della Direct tv, piccolo network americano, che fin da subito ha deciso di portare in tv uno show fresco, originale e dal fascino seducente. Kingdom ha ricevuto già il rinnovo per una seconda stagione da 20 episodi (da aggiungere ai 10 tutt’ora in onda), per The Affair invece si aspettano notizie dai vertici della rete.
The Affair dunque racconta una drammatica e toccante storia d’amore, analizzata sia dal punto di vista dell’uomo che della donna, con l’aggiunta di una vena di mistero che rende il tutto ancora più intrigante. E’ estate a New York e mentre lo scrittore Dominic West (Noah Solloway) parte con tutta la famiglia in vacanza, la sua vita avrà uno scossone quando incontrerà l’infelice Alison (Ruth Wilson). Questa è una storia clandestina nata per caso e nessuno dei due si spiega il perchè; ma dal loro futuro incombe un avvenimento forse catastrofico che sconvolgerà l’apparente quiete familiare. E’ un drama intenso e deciso quello che la Showtime ha deciso di portare in tv. Senza troppi sentimentalismi e forzature, The Affair, racconta un’anticonvenzionale storia d’amore tra due perfetti sconosciuti illustrata sia dal punto di vista di Dominic (più austero e pauroso) che da quello di Alison (più audace e sensuale). Un espediente questo che non solo permettere di rendere la narrazione più fluida e coinvolgente senza annoiare mai lo spettatore, ma nel suo piccolo, è il punto di partenza per illustrare la vera società moderna. E la storia di Dominic è il fulcro di tutto l’intreccio; lui è il classico marito e padre che dalla vita ha tutto ed il casuale incontro con una donna difficile ma dal passato tormento, fa scattare in lui una molla che appanna il suo giudizio fino ad arrivare a mettere in discussione i valori e la fedeltà con la moglie. D’altro canto neanche Alison ha tutte le colpe dato che vive come prigioniera in un rapporto senza amore e che non le provoca piacere sotto le lenzuola. È una società decadente quindi quella che viene illustrata in The Affair, senza freni inibitori e senza morale. Il brillante stile narrativo e registico molto simile ad un falso documentario, riesce a far trasparire le emozioni dei personaggi ed a calcare la mano sulla vera chiave di lettura dello show televisivo.
Kingdom invece è una storia audace, “sporca”, disfunzionale e saldamente legata agli affetti familiari. Frank Grillo (visto recentemente al cinema in Captain America – the Winter Soldier ed in svariate produzione televisive), in questa serie tv è l’indiscusso protagonista; l’attore è Avery proprietario di una palestra ed ex-pugile che, con le unghie e con i denti, cerca di far rimanere a galla la sua attività. Dotato di spiccate doti di comunicazione, convince il figlio più piccolo (interpretato da Nick Jonas), ad entrare nel mondo del pugilato. Il ragazzo però non ha un rapporto idilliaco con il padre, e vive all’ombra del fratello Jay. Quando però una vecchia fiamma della compagna di Avery ritorna in palestra, i già precari equilibri si rompono definitivamente. Kingdom dunque è una serie brillante che nella sua irrealtà e scontattezza, riesce a tratteggiare anche lui, come The Affair, la nostra società moderna attraverso lo sguardo di una famiglia che del pugilato ha fatto la sua unica ragione di vita. Pragmatici e dal grande appeal sono i personaggi della serie, intrigante il sub plot e quasi inquietanti le ambientazioni metropoli nate di una città in degrado divisa fra bande di malavitosi e spacciatori di droga. Seppur si dovrebbe migliorare il “fattore” recitazione dei singoli personaggi, Kingdom colpisce e stupisce come un proverbiale pugno nello stomaco.
Di Carlo Lanna per Oggialcinema.net