Ed eccoci qui, due anni dopo le ultime avventure del tessitele, ad assistere al proseguimento delle sue avventure. Purtroppo però non si tratta di un ritorno in pompa magna di Sam Raimi, ma bensì dell'ennesimo lavoro sul supereroe rossoazzurro di Mark Webb, che anziché continuare con le commedie romantiche con le quali è davvero molto molto bravino, ha deciso di rifarsi l'attico con vista mare. Infatti sembra che ora sia impegnato solo e unicamente con i progetti dell'eroe Marvel - anche se i diritti sono ancora della Sony - quindi ce lo dovremo sorbire ancor per un poco. Ma comunque Spidey, nonostante tutto, rimane il mio supereroe preferito, quindi pur avendo il malevolo sentore che questo film non mi sarebbe garbato particolarmente alla medesima stregua del precedente, me lo sono voluto comunque visionare. Che ci volete fare, l'amore per un personaggio porta a questo. Anche se non mi ha portato a seguire Superior Spider-man, specie dopo la fine orribile del volume 700, ma tanto a breve il mensile ritornerà quello di sempre ed io, di conseguenza, sono felice. Ci vuole poco, vero? Infatti. Sarebbe bastato fare un film decente, ma invece... o forse sì? Beh dai, continuate la recensione e scopritelo!
Peter Parker continua la sua vita di Spider-man, sempre con l'ombra del capitano Stacy a ricordargli quella che fu la promessa che gli fece prima di vederlo morire. Ma il combinare la vita di studente a quella di eroe mascherato non è facile, specie se la sua Gwen ha una vita sua che deve sfruttare al massimo. A questo poi vanno a sommarsi altri due aspetti: la comparsa di Electro, nuovo supercattivo azzurro, e il ritorno di Harry Osborne, vecchio amico d'infanzia di Peter, che deve combattere contro una malattia genetica tramandatagli dal padre Norman...
Proprio non ci siamo. Fondamentalmente siamo agli stessi livelli del primo film - cosa già brutta di suo, diranno alcuni - ma proprio non ci siamo comunque. Non perché un film debba sempre andare al rialzo coi seguiti, a me basterebbe che si mantengano tutti su un'ideale linea di decenza, ma tutti i difetti che erano riscontrabili nel primo capitolo qui sono accentuati. Gran parte della colpa va al duo di sceneggiatori Alex Kurtzamn e Roberto Orci [supervisionati da Jeff Pinkner], che se con Into Darkness avevano fatto un lavoro discreto, qui non riescono a trattare un personaggio come Spider-man. Non che ci voglia un Dostevskij per scrivere di un pirla che spara ragnatele e si arrampica sui muri, ma ci vuole comunque una certa sensibilità per scrivere ogni storia, cosa che i due pressapochisti autori di certo non hanno. Perché non basta mettergli uno spararagnatele o fargli fare battutine a raffica per creare un personaggio fedele ai fumetti. O almeno, basta per accontentare i nerd, ma i nerd sono una razza che va eliminata come un cancro e che sta rovinando il mondo. Il problema è che le tribolazioni principali di Spider-man sono sempre lasciate da parte, e vengono trattate con sommaria attenzione quelle più superficiali. Perché mi va bene che la solita 'sfortuna dei Parker' si riversi sul suo strano rapporto con le ragazze, ma non si può ignorare tutto quello che lo zio Ben (unico morto dell'universo Marvel a non essere mai tornato in vita) ha significato per lui. Perché è per rimorso che lui ha deciso di indossare la maschere ed è per i sensi di colpa che continua la sua crociata. Qui invece sembra tutto dimenticato, così come dimenticata è la ricerca del rapinatore che l'uccise, il cui faccia a faccia segna quella che è stata la presa di coscienza con se stesso. Ma vogliamo parlare poi dei cattivi? Electro, al quale è stato dedicato il sottotitolo italiano, è insulso. Insulso perché trattato in maniera insulsa, ma con un narratore più bravo avrebbe saputo dare qualcosa di interessante. A questo giro è il solito sfigato con una visione distorta che si fa annientare in una maniera anche più sfigata, togliendogli tutto quel potenziale e la drammaticità di 'uomo trasformato in mostro prima dalla società che dalla scienza' che poteva date. Poi abbiamo anche il secondo cattivo, il Green Goblin (si, ne saltano uno, con tutte le conseguenze del caso) che è appena abbozzato. Ci si potrebbe affezionare a Harry, ma non alla sua seconda versione, che compare troppo poco e agisce in una maniera tale che a confronto il Lizard del primo film era un personaggio multisfaccettato. Non c'è l'evoluzione del Goblin e dell'Octopus di raimiana memoria, così come le sfide del protagonista sono una mera scazzottata fra supertizi, gli scontri non portano a nessuna maturazione. Si potrebbe affiancarlo a Spider-man 3, ma pure lì c'era un fattore importante che rendeva quel pasticciato film migliore di questo: la regia. Perché Webb sembra aver perso la sua verve creativa anche nelle scene romantiche, suo fiore all'occhiello, imbastendo uno spettacolo dell'ovvio e dell'anonimato davvero clamoroso. Solo l'inseguimento iniziale mostra un montaggio alternato davvero confusionario [due piani geografici diretti col medesimo ritmo, cosa che crea una gran confusione] e certe sequenze dove abbondano dei rallenty e dei bullet-time davvero senza senso, che infiacchiscono una messa in scena già fiacca di suo e fanno comprendere come a stare alla Marvel tutti quei registi che potevano avere un futuro si siano fottuti il cervello. Webb sembra perso e se questo è quel che vuole fare, beh, buona fortuna per lui. Ah, comunque sì, Gwen Stacy muore (dai, c'era ancora qualcuno che non lo sapeva?) e Stan Lee fa il solito cammeo, mentre non c'è l'easter-egg finale ma un'anticipazione del prossimo X-men.Non un film orribile, quanto potenzialmente insulso e deludente. Poteva venire fuori uno spettacolo onesto ma quei quattro nerd dimostrano che col cinema, quello vero, c'entrano poco o nulla.Voto: ★★